Bianconeri belli e sfortunati

CESENA – Finiscono con una manata le speranze del Cesena di trovare contro la Fiorentina la prima vittoria della stagione. Un colpo arrivato non da una mano qualsiasi, ma da quella del giocatore che doveva essere il protagonista della giornata e che, in un modo o nell’altro, lo é stato. Adrian Mutu, il grande ex, salutato con grande affetto dai tifosi ospiti (che si sono anche risentiti per l’espulsione…), dopo un primo tempo opaco, ha messo fine reagendo ad un fallo di Cassani alla sua partita, proprio nel momento in cui sembrava in crescita, in cui sembrava dire ai suoi vecchi tifosi, “attenti, perché a vincere queste partite, io so come si fa”.

L’anticipo all’ora di pranzo è così finito senza reti, ma è stato tutt’altro che brutto. Ma se gli spettatori non si sono annoiati, per entrambe le squadre non c’é granché da festeggiare. I due punti persi pesano sulla coscienza, per motivi differenti, sia alla Viola che ai romagnoli. Per la squadra di Giampaolo, per deprimersi basta guardare la classifica. Con Mutu in campo nel teso finale poteva andare a finire in un’altra maniera (poco prima dell’espulsione una sua serpentina in area ha messo i brividi a Boruc), e se la prova d’orchestra tutto sommato ha funzionato, là davanti c’é da mettere a posto più di qualcosa. Le due traverse prese con due tiri da fuori area, uno per tempo, da Guana e Candreva, non sono che un rammarico in più. Mihajlovic torna a Firenze con i cori dei tifosi al seguito che gli rimbombano nella testa e che chiedono senza troppe metafore un cambio di panchina. E’ il colpevole, secondo loro, di una Fiorentina che non gioca nemmeno male, ma che è troppo malinconica e non riesce a trasformare in risultati pesanti le buone cose che, sia pure senza una grande continuità, riesce a combinare.

L’assenza prolungata di Gilardino pesa, la leadership di Jovetic (nonostante sia stato uno dei migliori) stenta ad imporsi e i ‘casi’ che spuntano come funghi nel bosco autunnale viola non portano serenità: dopo il Montolivo congelato, in settimana è arrivato anche il Vargas nottambulo. Gli stravizi notturni sono costati la tribuna al sudamericano e la mancanza di una duttile arma tattica alla Fiorentina. Motivi di soddisfazione, per i due tecnici, possono pure starci: il Cesena è andato vicinissimo al gol in parecchie occasioni, su tutte le due traverse che avrebbero potuto scrivere un’altra partita, e sulla fascia destra ha trovato un Ceccarelli grandissimo protagonista.

La difesa ha un buon equilibrio, ma Eder e Mutu parlano due lingue troppo diverse per capirsi e, tantomeno, integrarsi. Anche la Fiorentina ha trovato un assetto piuttosto convincente, Behrami è sempre più un perno fondamentale, la mole di gioco creata è stata tanta, qualche palla gol è pure arrivata, nonostante la domenica per Antonioli non sia stata indaffaratissima. ‘El tanque’ Silva cresce, ma se Cerci si appanna le soluzioni per fare gol languono. Dopo la brutta sconfitta con Lazio la classifica si è mossa, ma alla fine i due punti lasciati in Romagna peseranno: per coltivare i sogni che Mihajlovic rivendica, queste partite deve imparare a vincerle.