I veneti fermano la corsa della ‘Vecchia Signora’

VERONA – Il Chievo costruisce un altro mezzo miracolo dei suoi imbrigliando una Juventus apparsa appannata rispetto alle esibizioni ante pausa nazionale. Eppure Conte si dice soddisfatto dell’atteggiamento dei suoi ragazzi, molti dei quali arrivati in ritiro due giorni fa con nelle gambe l’acido lattico accumulato negli impegni con le rispettive nazionali.

Il più felice resta però il tecnico veronese Mimmo Di Carlo: con i gialloblù ha dimostrato ancora una volta di non avere paura di nessuno e di poter guardare in faccia, anche a muso duro quando serve, chiunque. Conte pecca di presunzione nel sapere di avere tra le mani un gruppo in ottima salute e con le batterie dell’entusiasmo al massimo carico. Sa che con il Chievo il pericolo maggiore è di abbassare quella concentrazione che ha imperato contro il Milan prima della sosta. E allora per evitare azzardi Del Piero, dal minutaggio sempre più scarso, resta inizialmente in panca ed è Vidal a ritrovarsi in prima linea.

Nella prima parte di gara, però, è il Chievo a imbrogliare le carte di questa disposizione. La Juve parte a testa bassa: in 2 minuti Vucinic crea il panico e Jokic si supera per fermare una sgroppata, una delle poche, di Krasic. Ma c’é addirittura troppa foga nell’azione bianconera tanto che sono i veronesi a fare bella figura annebbiando idee e manovre alla Juventus. Gli uomini di Di Carlo sono bravi a pressare alto, buone le prove di Bradley e Rigoni, e a tessere una ragnatela di passaggi corti a linee strette. Un atteggiamento che non consente alla difesa di correre grandi rischi. Dall’altra parte Krasic e Vucinic faticano a progettare trame pericolose. Conte prova a correre ai ripari nella ripresa quando inevitabilmente il Chievo cala il ritmo e a far premere sull’acceleratore i suoi.

La partita è più vibrante e offre qualche emozione in più rispetto al primo tempo: resta la difficoltà di una squadra, la Juve, che vuole fare la partita ma si ritrova comunque l’avversario a chiudere spazi vitali consapevole che i campioni piemontesi possono far male in ogni momento. Le squadre si allungano e lo spettacolo leggermente migliora pur restando bagnati i fuochi d’artificio. E quando c’é la possibilità che qualche petardo riesca a scoppiare non é fortunato il tecnico bianconero perché Giaccherini, inserito per portare peso e pericolosità in avanti, si infortuna a sua volta – problemi a un flessore della gamba sinistra – dopo una manciata di minuti dal suo innesto e si ripiomba nella corsa al piccolo trotto. Ci vuole l’ingresso di Del Piero a metà ripresa per regalare i primi brividi ai circa 22 mila spettatori sugli spalti. Il capitano coglie prima un legno che forse avrebbe meritato miglior fortuna e pochi minuti dopo, dall’altra parte del campo, si inventa difensore estremo respingendo sulla linea una palla che tutti davano già in rete. A questo punto il risultato sta bene ad entrambi non fosse che l’unico alle spalle della vetta a guadagnare terreno in questa giornata è il Milan che rinviene come un tornado.

La Juve, che tornado vorrebbe riuscire ad essere nuovamente, oggi è stata invece una brezza primaverile piaciuta comunque al suo tecnico secondo il quale l’atteggiamento dei bianconeri è, parole sue, quello giusto.