Guerriglia a Roma, Maroni: «Giro di vite»

ROMA – Daspo esteso alle manifestazioni di piazza, possibilità di arresto in flagranza differita per i violenti individuati grazie ai filmati, fermi preventivi. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni prepara un provvedimento – una ‘’legge Reale bis’’, l’ha definito – che conterrà un giro di vite contro le violenze di piazza dopo la guerriglia di sabato scorso a Roma. Parallelamente, si pensa a nuove disposizioni per migliorare la gestione dell’ordine pubblico, come la creazione di Nuclei mobili di agenti che si concentrino sui violenti che entrano ed escono dai cortei pacifici.

Da parte sua, il vice presidente del Csm Michele Vietti si è detto ‘’assolutamente contrario a legiferare sull’onda dell’emotività legata ai fatti di cronaca’’.

– Così – ha commentato – si ottiene una legislazione contrastante e inefficace.

Maroni ha dato disposizione ai suoi uffici di approntare un ventaglio di misure possibili, tra le quali scegliere quelle da inserire probabilmente in un decreto. Oggi le annuncerà al Senato nel corso di un’informativa.
– Si tratta – ha spiegato – di nuove misure legislative, che possano consentire alle forze dell’ordine di prevenire più efficacemente le violenze come quelle di sabato. E per una volta – ha aggiunto -, sono d’accordo, con l’onorevole Antonio Di Pietro, che ha detto che servono nuove norme per prevenire, una legge Reale Bis: esattamente quello che voglio dire domani.

Il ministro si è già sentito con il collega Ignazio la Russa.

– Mi ha informato – ha riferito il responsabile della Difesa – di quello che dirà al Senato e concordo pienamente con quello che annuncerà. In casi del genere io credo che i decreti ci possano anche stare.
Riproporre oggi la Reale, una delle leggi speciali adottate negli insanguinati anni ‘70, sembra un azzardo, soprattutto nella parte che permetteva l’uso delle armi per l’ordine pubblico. Ma alcuni degli articoli potrebbero tornare d’attualità, come ispirazione di massima: dal fermo preventivo al divieto dell’uso di caschi o altri indumenti che rendono non riconoscibile il volto dei cittadini durante le manifestazioni.

Tra i denunciati per le violenze di sabato c’erano diversi giovani con precedenti specifici. Ebbene, l’allargamento del Daspo (il Divieto di accedere alle manifestazioni sportive) alle manifestazioni di piazza consentirebbe di escludere preventivamente dai cortei a rischio chi ha precedenti in materia. Altra misura che potrebbe essere mutuata da quelle promosse per contrastare la violenza negli stadi è l’arresto in flagranza differita: oggi è possibile arrestare fino a 48 ore dopo il fatto chi si è reso responsabile di atti di violenza in occasione di eventi sportivi. Lo stesso intervento potrebbe essere concesso per gli scontri di piazza, in modo da arrestare i teppisti dopo averli individuati, ad esempio, visionando i filmati. Infine, si pensa di consentire, in casi eccezionali, come appunto i cortei a rischio, alle forze dell’ordine di identificare e perquisire sul posto le persone.

Accanto all’aspetto legislativo, i fatti di sabato, come già quelli dello scorso 14 dicembre, hanno però indicato la necessità di un adeguamento del sistema di gestione dell’ordine pubblico. Che ha evidenziato delle falle. Innanzitutto, sul fronte della prevenzione. Alla vigilia di questi appuntamenti di massa, serve un maggiore coordinamento delle informazioni sui cosiddetti black bloc in arrivo, sul loro numero e provenienza. In modo da poterli fermare prima dell’evento. Va poi contrastata con una nuova risposta la strategia adottata dalle centinaia di ‘’professionisti della violenza’’, che si muovono con tecniche paramilitari, entrando ed uscendo dai cortei pacifici per compiere i loro raid. Una soluzione cui si pensa è quella della costituzione di Nuclei mobili di agenti con il compito di seguire e fermare i violenti. Una riflessione viene poi fatta sulle mega-manifestazioni: imporre che siano stanziali e non in movimento ridurrebbe di molto la capacità di offesa dei teppisti.