Ebadi: “Non basta cacciare dittatori, va costruita la democrazia”

ROMA – “E’ ancora troppo presto per parlare di ‘primavera araba’ perché non basta solo rimuovere un dittatore, ma bisogna sostituirlo con una democrazia”. E’ quanto sostiene l’avvocato iraniano Shirin Ebadi, vincitrice del premio Nobel per la Pace nel 2003, che commenta le rivoluzioni che dalla Tunisia all’Egitto, passando per la Libia, negli ultimi mesi hanno prodotto un terremoto politico nel mondo islamico.

“Anche in Iran nel 1979 c’è stata la rivoluzione ed è stato cacciato un dittatore – spiega – ma la situazione non è migliorata perché ha preso il potere una dittatura religiosa”. Secondo la Ebadi, in questi giorni a Roma ospite della rassegna cinematografica ‘Asiatica’, per avere un quadro più preciso dei risultati politici delle rivolte “è necessario aspettare e vedere se al posto dei dittatori cacciati arriverà o meno la democrazia. Spero ovviamente che questo accada e allora sarò la prima a chiamarla ‘primavera araba’, adesso però vedo segnali negativi”.

L’avvocato cita a questo proposito “l’esempio della Tunisia, dove hanno mandato in onda il film ‘Persepolis’ della regista iraniana Marjane Satrapi, un film che non ha nulla contro la religione, ma che ha scatenato le proteste degli islamisti contro l’emittente (Nessma Tv). La tv – dice ancora – ha dovuto chiedere scusa alla popolazione e questo non è certamente un buon segnale”.