Trichet: «Serve una vera unione economica»

FRANCOFORTE – E’ il giorno del commiato dalla Bce per Jean-Claude Trichet, ma con la crisi del debito in piena ebollizione a prendere il sopravvento è il futuro, la via d’uscita, piuttosto che il ricordo degli otto anni passati ai vertici dell’Eurotower. La cerimonia per festeggiare l’addio di Trichet, palazzo dell’Opera di Francoforte, presente il gotha dell’economia europea, i capi di governo delle due maggiori economie europee e il vertice del Fondo monetario internazionale, si svolge nel vecchio palazzo dell’Opera di Francoforte. Ma piuttosto che una cerimonia malinconica all’insegna del ricordo, è l’occasione per un’altra giornata operativa sul fronte della crisi: fra la cerimonia e il successivo concerto c’è tempo per un vertice con la cancelliera tedesca Angela Merkel, fra gli invitati, e il presidente francese Nicolas Sarkozy, volato a Francoforte all’ultimo istante per fare il punto sulla crisi, assieme ai vertici europei e al direttore generale del Fmi Christine Lagarde.


Lo stesso discorso di commiato di Trichet, ultimo a parlare, assomiglia a tutto tranne che ad un addio dalla scena. Inserendosi nel dibattito in corso fra il G20 dello scorso weekend e il vertice europeo di domenica prossima, Trichet non usa mezzi termini: dopo il mercato unico e l’euro, occorre in Europa una vera unione economica. Non necessariamente un ministro delle finanze centralizzato, ma almeno un organismo con reali poteri di sorveglianza – e quindi con la possibiltà di sanzionare – nel campo delle politiche economiche, per evitare un nuovo caso-Grecia.


– Il presente richiede un’azione immediata – è il monito di Trichet che conclude citando Alcide De Gasperi:
– E’ la volontà politica di realizzare l’unione che deve essere il fattore determinante, la forza di propulsione.
A una decina di giorni dall’assumere il nuovo incarico, Draghi è ben consapevole che il suo intervento deve essere di altro tenore. Da Helmut Schmidt gli arriva l’attestato di stima: sono ‘’certo’’ – dice l’ex cancelliere – che ‘’manterrà la rotta’’.


– Conosco bene la qualità e la competenza professionale di Mario Draghi – aggiunge il presidente della Commissione Ue Josè Manuel Barroso. Ma Draghi dedica tutto il suo discorso al successore, cui è toccato ‘’il compito e il periodo più difficile dalla creazione’’ della Bce, dice rivolgendosi al banchiere francese dopo aver ripercorso gli anni passati insieme, a partire da quando Trichet era al Tesoro francese, culminati nella stesura del Trattato di Maastricht.


– Sei stato – dice Draghi davanti alla platea riunita attorno a Trichet – il primo, il più veloce ad agire .
E’ il probabile riferimento alla decisione della Bce di intervenire con una maxi-iniezione di liquidità per prima nell’agosto 2007, alle prime avvisaglie della Grande Crisi. Ma c’è anche un altro messaggio ben preciso nel discorso del prossimo presidente della Bce:
– L’Eurotower, con Trichet, è diventata custode della disciplina fiscale. E non ci può essere stabilità senza disciplina fiscale’’.


I tedeschi sono rassicurati, non ci sarà nessuna indulgenza con un presidente italiano. Da Giscard D’Estaing a Schmidt, fra i padri fondatori dell’euro, fino alla stessa Merkel, per Trichet solo parole di stima: per l’indipendenza, per la barra dritta durante la tempesta, per la stabilità dei prezzi mantenuta meglio della Bundesbank. E che il francese Trichet possa non sparire dalla scena europea, e magari guardi ad un nuovo incarico, trapela anche dalle parole di Draghi:
– Sono sicuro che avremo Jean-Claude Trichet in Europa.