Cocaina dal Sudamerica, sempre più corrieri europei

LIMA – Una delle 103 capsule di cocaina che aveva ingerito si è rotta ed è morto. Roberto Palazzoni, 44 anni, di Perugia, è arrivato agonizzante, col suo carico di droga in corpo, all’ospedale della città di Cuzco, alle porte del Machu Pichu, la monumentale città perduta degli Incas. In Sudamerica, con la crisi economica che morde il vecchio continente – spiegano le autorità – sono in aumento gli europei che si lasciano convincere a trasportare la coca.


Ogni viaggio può fruttare tra i 3000 ed i 5000 euro: in Argentina, ad esempio, nei primi nove mesi dell’anno, dei 72 corrieri arrestati dalla Direzione generale delle dogane all’aeroporto internazionale Ezeiza, a Buenos Aires, 27 sono europei, con spagnoli e italiani in testa (rispettivamente 13 e 4 gli arresti). Di solito il “lavoro’’ viene pagato a consegna avvenuta e può succedere che in caso di problemi le organizzazioni criminali non si facciano scrupolo di uccidere la manovalanza reclutata, per recuperare la sostanza stupefacente. E tra i rischi c’è anche quello dei decessi da overdose causati dalla rottura degli ovuli nello stomaco: può capitare infatti che il lattice si buchi. La quantità di droga che ne fuoriesce determina inevitabilmente un effetto letale. Proprio questo è ciò che sarebbe accaduto a Palazzoni: il perugino è stato trovato dai pompieri in stato di incoscienza, sdraiato al bordo di una strada di Cuzco mercoledì scorso. Trasportato all’ospedale regionale è stato trasferito nel reparto di terapia intensiva, dove i medici gli hanno subito diagnosticato un aneurisma cerebrale. Solo in un secondo momento gli hanno scoperto quel centinaio di capsule piene di droga nello stomaco.