Bagnasco: «Promuovere l’accesso al lavoro»

ROMA – Anche se la crisi impone un ‘’aggiornamento di mentalità’’, ‘’capacità di rinnovamento’’ e l’abbandono di ‘’categorie ormai vecchie’’, lo Stato ha ‘’il delicato e gravoso dovere’’ di favorire ‘’l’accesso al lavoro’’: e questo perchè, crisi o non crisi, e pure in un mondo in rapido cambiamento, il lavoro è ‘’diritto e dovere di ogni persona’’, e soprattutto esiste sempre un ‘’primato del lavoro sul capitale’’. Parlando ieri a Rimini al convegno nazionale dei direttori della Pastorale sociale, sul tema ‘’Educare al lavoro dignitoso’’, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, ha affrontato temi cruciali in tempi di rivolgimenti economici e di pesanti riflessi sull’occupazione e sul panorama sociale.


Incentrando la sua prolusione sulla dignità del lavoro, l’arcivescovo di Genova è partito dalla premessa che ‘’il mondo e la storia li dirige la cultura non l’economia, anche se sembra il contrario’’, e che ‘’la cultura non è un sottoprodotto delle forze economiche, ma è un fatto spirituale, in cui la dimensione religiosa è portante’’. Una riprova di questo assunto? Il fatto che ‘’l’errore fondamentale del socialismo’’, la ‘’causa primaria della sua fine’’, ‘’non è stato innanzitutto di carattere economico, ma antropologico’’: e cioè di aver negato ‘’la verità sull’uomo’’. E non va dimenticato che ‘’questo errore genetico del socialismo è proprio anche del consumismo, e quindi della nostra civiltà, che sembra essere malata di questo morbo che, se non corretto, la porta alla decadenza’’.


Per Bagnasco, ‘’deve restare fermo e chiaro il primato della cultura, se non si vuole entrare nella giungla di un mercato senza regole perchè senza valori’’. Il presidente della Cei ha quindi richiamato a guardare al lavoro come ‘’diritto e dovere di ogni persona’’: da qui il ‘’primato del lavoro sul capitale’’.


– Senza il lavoro – ha avvertito – la persona viene a mancare di quelle vie di auto-sviluppo che Dio ha inscritto nella natura umana come grazia e compito per ognuno.


E per Bagnasco, è ‘’nelle zone d’ombra del non-lavoro’’ che ‘’la fiducia e la stima di sè sono pesantemente minacciate, e la serenità verso il futuro viene meno’’. Per questo, ‘’lo Stato ha il delicato e gravoso dovere di provvedere alle opportunità di accesso al lavoro nei vari ambiti’’, per quanto tutti debbano tenere conto ‘’che circostanze inedite, come quelle che il mondo sta vivendo, impongono un aggiornamento di mentalità e capacità di rinnovamento’’. Su quest’ultimo aspetto, il capo dei vescovi italiani è stato particolarmente stringente.


– E’ urgente da parte di tutti, ognuno secondo le proprie competenze e responsabilità, una capacità di interpretare i rivolgimenti economici, finanziari e sociali con nuova e più acuta lungimiranza, abbandonando anche categorie ormai vecchie, metodiche inadeguate e programmazioni irrealistiche, inerzie consolidate.
Per Bagnasco è comunque ‘’anche necessaria, da parte di tutti, una missione educativa e culturale che rimetta a fuoco la vera immagine dell’uomo con le sue conseguenze’’. Non è mancato, a margine del suo intervento, un pensiero alla situazione economica e sociale italiana, per la quale il presidente della Cei non ha nascosto forte preoccupazione. A chi gli chiedeva se il Paese possa evitare di scivolare nel baratro e salvarsi, Bagnasco ha infatti risposto:
– Lo speriamo tutti. Certo la fiducia deve essere tanta.