Italia: licenziamenti più facili, giro di vite sulle pensioni: verso l’ok dell’Ue

ROMA – Silvio Berlusconi sembra essere riuscito a convincere l’Europa sulla solidità dell’Italia, sulla capacità di tenuta dei conti e sugli impegni per riagganciare la ripresa. Mentre è ancora in corso la riunione dell’Eurogruppo che sul tavolo, tra i nodi, ha anche la lettera di impegni arrivata da Roma, fonti europee indicano che nelle conclusioni del vertice dovrebbe esserci un giudizio ”sostanzialmente positivo” sulla ricetta presenta dall’Italia. Un’indicazione in linea con i primi commenti a ‘caldo’ del premier polacco e presidente di turno, Donald Tusk che già alla fine del Consiglio europeo a 27 aveva parlato di impressioni ”molto buone” sulla lettera italiana sottolineando di aver riscontrato apprezzamento da parte di tutti i membri.

Le stesse conclusioni dell’Eurogruppo dovrebbero contenere però anche l’indicazione che le istituzioni europee – Commissione e Consiglio Ue – seguiranno da vicino l’applicazione ed il timing delle misure preannunciate, vigilando sulla loro messa in opera. Un’indicazione in linea con quanto aveva detto domenica sera il presidente del Consiglio Europeo, Herman Van Rompuy, spiegando che l’Italia ha un grande lavoro da fare ed è pronta a farlo.

L’Italia sotto esame, Berlusconi attende la promozione

Silvio Berlusconi si presenta a Bruxelles con i compiti fatti sperando, questa volta, di convincere i partner. E arriva al vertice Ue, poco prima dell’inizio di un Consiglio Europeo cruciale per rassicurare mercati e stabilità dell’euro, facendosi precedere dall’attesa lettera con le misure, ma soprattutto i tempi, che Roma intende darsi per agganciare la crescita e centrare il contenimento dei conti.


Sperando di ‘passare l’esame’ di fronte ad un’Ue che punta a inserire gli impegni di Roma – dalle pensioni al mercato del lavoro, passando per le dismissioni, la riforma costituzionale e la delega fiscale – nelle conclusioni del summit. Rendendoli quindi ancora ancor più vincolanti.


Per ora, il premier incassa un primo voto – un ”molto buono” – dal collega polacco, Donald Tusk, presidente di turno dell’Ue: la lettera di Roma è stata accolta bene da tutti, ha detto. Ma se il ‘caso Italia’ tiene banco e da Fitch arrivano segnali del rischio di un possibile nuovo declassamento, i nodi da risolvere – in un vertice che terminato in formato a 27, sta proseguendo in quello a 17 dell’Eurogruppo e rischia di protrarsi fino a tarda notte, traducendosi in un maratona – sono tanti. Francia e Germania sono ancora lontane sul secondo piano di salvataggio della Grecia, soprattutto per quanto riguarda il ruolo dei privati e sul rafforzamento del fondo salva-stati. Una distanza che è balzata agli occhi anche dalle immagini dell’arrivo di Angela Merkel – che oggi ha ricevuto dal suo Bundestag un mandato non certo ‘ampio’ su questi temi – e Nicolas Sarkozy: sono entrati nella sala del Consiglio discutendo animatamente.


Il capo dello stato, Giorgio Napolitano, anche lui in Belgio per un incontro istituzionale, si interroga intanto sull’opportunità di superare il ”tabu”’ degli eurobond e torna a ribadire che l’euro ”è un pilastro ed una scelta irreversibile”. Qualche passo avanti, per ora, solo sulla ricapitalizzazione delle banche con il vertice Ue che si è concluso accogliendo le indicazioni dell’Ecofin di venerdì scorso, ribadendo l’urgenza di un intervento, senza però citare espressamente cifre (si era parlato dell’ipotesi di un centinaio di miliardi) ma elevando al 9% il coefficiente patrimoniale degli istituti E la palla è passata all’Eurogruppo.


Mario Draghi, il governatore della Banca d’Italia in partenza per l’Eurotower, invita a fare presto affrontando quelle questioni ”mai curate”, scongiurando la possibilità di essere travolti dalle ”debolezze strutturali”. Ma si dice ottimista:”ce la faremo”, ha detto nell’ultima sua giornata a Palazzo Koch.


Ora sotto la lente di Bruxelles ci sono le 15 pagine inviate da Roma. Pagine limate nel corso di tutta la giornata e frutto di un difficilissimo compromesso: pagine a cui il premier ha dovuto aggiungere in corsa anche un calendario, forse più dettagliato di quanto avesse previsto, dopo il nuovo invito arrivato oggi da Bruxelles a definire ”tempi e scadenze”. L’Italia ‘promette’ riforme e una nuova potenza di fuoco per i conti pubblici: dalle pensioni (obiettivo 67 anni al 2026 per uomini e donne con l’anticipo di un anno dell’avvio del percorso graduale), passando per le dismissioni (5 miliardi in tre anni dalla vendita del patrimonio), al mercato del lavoro (con la mobilità nella Pubblica Amministrazione). Ma anche il monitoraggio dei conti pubblici con l’impegno a intervenire in caso di squilibri, nonchè la delega fiscale entro la fine di gennaio 2012.

E, ancora, si impegna ”in un processo di complessiva riforma costituzionale” fissando tra i 6 e i 12 mesi i tempi per l’approvazione in prima lettura. Una lunga lista di riforme che il Cavaliere ha portato a Bruxelles e sulla quale in una notte che rischia di passare alle cronache come ‘fondamentale’ per la storia ed il futuro dell’euro, si attende una promozione a pieni voti. Lui i compiti, imposti domenica scorsa dall’Ue in un vero e proprio ultimatum, li ha fatti rischiando di veder cadere il suo governo. In attesa dello ‘scrutinio’ intanto puo incassare un primo segnale formale: la stretta di mano della cancelliera tedesca che appena entrata nella sala del vertice Ue è andata diritta da lui per salutarlo.