Il pentito Lo Verso: dopo le stragi Dell’Utri prese il posto di Salvo Lima

PALERMO – Dopo le stragi mafiose del 1992 in cui morirono i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Marcello Dell’Utri si sarebbe messo in contatto con gli uomini di Bernardo Provenzano. A sostenerlo in aula, al processo Mori a Palermo, è il pentito di mafia Stefano Lo Verso che lo avrebbe appreso da Provenzano tra il “giugno e il luglio del 2004”.


“Dell’Utri aveva preso il posto di Salvo Lima”, ha aggiunto Lo Verso, come avrebbe appreso da Provezano. Alla domanda del pm Nino Di Matteo per capire se fu Dell’Utri a cercare gli uomini di Provenzano o viceversa il collaboratore ha risposto: “Per quello che mi diceva Provenzano il contatto è sempre il politico a cercarlo con il mafioso e poi c’è lo scambio di cortesie”. In cambio, secondo Lo Verso, nel 1994 Cosa nostra avrebbe fatto votare Forza Italia. “Me lo disse Provenzano – ha detto il pentito – che nel 1994 fece votare lui per Forza Italia in Sicilia”.


Ma non è solo quello di Dell’Utri il nome tirato in ballo da Lo Verso. “Nicola Mandalà (boss mafioso, ndr) mi disse che avevamo nelle mani Renato Schifani, Marcello Dell’Utri, Totò Cuffaro e Saverio Romano”. Il pentito ha spiegato: ‘’Nicola Mandalà mi disse di stare tranquillo, perché eravamo coperti a livello nazionale e locale. A livello nazionale con Schifani, che era collega di suo padre. A livello locale con Cuffaro e Romano’’.
Rapporti tra mafia e politica? ‘’Non è una novità’’ per il pm Antonino Di Matteo. ‘’Chi si occupa di indagini sulla mafia come la Procura di Palermo – ha aggiunto Di Matteo al termine dell’udienza al processo Mori – sa che la mafia spesso ha ottenuto appoggio e sostegno politico. Ma non voglio entrare nel merito delle dichiarazioni rese da Lo Verso. È un personaggio importante perché ha vissuto fianco a fianco con Provenzano in un periodo significativo, tra il 2003 e il 2004’’.


Accuse pesantissime quelle rivolte da Lo Verso alle quali però Dell’Utri replica “con una grande risata”. “Non merita altro che una risata – dice il senatore – e basta”. Ma i suoi legali Pino Di Peri e Pietro Federico annunciano querela. “Le dichiarazioni rese al processo Mori da Lo Verso, presunto vivandiere di Provenzano, contro il senatore Dell’Utri, costituiscono l’ennesimo e calunnioso tentativo di coinvolgere il senatore in vicende politico-mafiose autorevolmente escluse anche dalla recente sentenza emessa dalla Corte di Appello di Palermo. ’Ci si riserva ogni adeguata iniziativa, in ogni opportuna sede, che accerti il mendacio e l’assoluta infondatezza di tali esternazioni”.


Azioni legali vengono annunciate anche dalla portavoce del presidente del Senato. “Appresa la notizia delle dichiarazioni rese in un’aula di giustizia di Palermo, il presidente Schifani ha dato mandato ai propri legali di intraprendere ogni attività a tutela della propria onorabilità e immagine nei confronti del signor Stefano Lo Verso”.