Il Palermo ritrova il successo, Di Francesco sempre più in bilico

PALERMO – Dopo un doppio turno senza punti, a causa del doppio ko in successione contro Milan e Roma, il Palermo riprende il cammino nel campionato più strano del mondo e lo fa domando un Lecce ancora a pezzi dopo la clamorosa sconfitta subita in casa quattro giorni fa contro il Milan. Con un gol per tempo, i rosanero hanno chiuso una ‘pratica’ forse mai veramente aperta e scalato qualche posizione in classifica.

Mangia può tirare un sospiro di sollievo, al termine della sfida – fra tecnici appesi a un filo – con Di Francesco, la cui panchina trema sempre più violentemente. Non c’é voluto un grande Palermo, per avere ragione del Lecce, ma una squadra solida, essenziale, concentrata e determinata. Per i pugliesi, invece, la situazione in classifica comincia ad assumere i contorni della disperazione. Mangia conferma il ‘rombo’ a centrocampo, nel quale Ilicic funge da vertice alto e Barreto si posiziona davanti alla difesa; con Migliaccio che viene restituito al ruolo di mediano destro e Acquah schierato invece a sinistra. Miccoli resta fuori, forse a causa della sua proverbiale ‘saudade’ di origine leccese – causata dalla forte passione per i colori salentini, lui che è nato a Nardò e ha mosso i primi passi nel Casarano – e che nella passata stagione lo fece addirittura piangere dopo un gol nella porta dei pugliesi, allo stadio di Via del mare.


Il Palermo parte forte e, dopo soli 2’, Ilicic va vicino al gol con una bordata che passa di poco alta sopra la traversa. Passano 12’ e il Lecce restituisce la ‘cortesia’ con Piatti (bolide alto di pochissimo). Una conclusione di Corvia scalda le mani a Tzorvas, che si allunga e devia in angolo, ben più pericoloso il Palermo al 23’ con un colpo di testa di Silvestre, deviato leggermente da Benassi sul corpo di Obodo, piazzato vicino al palo alla sinistra del portiere, che salva un gol praticamente fatto.


Al 27’ la squadra rosanero costruisce l’azione del rigore trasformato da Pinilla: la avvia Acquah, che serve sulla destra lo stesso Pinilla, il cileno allunga in corridoio per Hernandez che tocca il pallone in area quel tanto da mettere fuori tempo lo stralunato Tomovic. Il rigore è sacrosanto, la trasformazione di Pinilla perfetta. Il Lecce non si danna l’anima, la sua reazione è all’acqua di rose: Obodo (33’) calcia verso Tzorvas che va in crisi per un rimbalzo ravvicinato del pallone, ma riesce a respingere, arriva in corsa Corvia e spara altissimo. Una bella combinazione Ilicic-Migliaccio-Ilicic, sempre sulla destra (dove Tomovic continua a dormire sonni tranquilli e il Palermo sfonda che è un piacere), mette Acquah nelle condizioni di battere a rete in area, ma Oddo fa scudo con il corpo e la minaccia svanisce.


Nell’intervallo Pinilla resta negli spogliatoi e Mangia getta nella mischia Zahavi. Le novità più interessanti, tuttavia, riguardano il Lecce, dal momento che Di Francesco mischia le carte e sposta il colombiano Cuadrado a destra, avanza Piatti e accentra Corvia. I risultati non tardano ad arrivare: Piatti, su una corta respinta della difesa, ci prova subito, ma calcia a lato. All’11’ Grossmuller serve Cuadrado con un lancio che taglia in due la difesa del Palermo, ma il nigeriano si decentra troppo e perde una ghiotta occasione. Mangia concede una chance a Miccoli che entra in campo con il cuore che batte forte, ma ci mette poco a sfiorare il gol con un diagonale che lambisce il palo.


Il Palermo chiude i conti con Hernandez e poi lascia l’iniziativa al Lecce che, un pò per stanchezza, un pò perché ancora sotto choc dopo il ‘ribaltone’ interno di domenica contro il Milan (da 3-0 e 3-4 e in soli in 45’), si limita a costruire un paio di occasioni. Poco più o poco meno: non basta nemmeno per il gol della bandiera.