Berlusconi: dall’Ue l’Ok al programma Bruxelles: ora parlino i fatti

ROMA – Silvio Berlusconi torna a Roma, dove l’opposizione lo attente al varco e i sindacati minacciano lo sciopero, ‘promosso’ ma con riserva dall’Ue che ha apprezzato il suo piano anti-crisi. Ma lo ha inchiodato a tempi certi, pronta a vigiliare e monitorare che quelle riforme, messe nero su bianco nella lettera portata a Bruxelles, non rimangano sulla carta. Lui lascia soddisfatto nelle prime ore della mattina din ieri il vertice europeo:

– Tutti hanno apprezzato.

E si mostra certo che ora il governo andrà diritto verso la sua scadenza naturale, il 2013. Quel pacchetto di misure – dal mercato del lavoro alle pensioni, dalle dismissione alla delega fiscale e la riforma costituzionale – diventano così per lui il nuovo ‘programma’ per prossimi 18 mesi. Un programma che l’opposizione non tarda però a bollare come un ”libro dei sogni”, chiedendo che vada a riferire in Parlamento e tornando a sollecitare le sue dimissioni, anche con l’ipotesi di un governo tecnico per portare avanti le richieste Ue.

Perchè – e qui sono tutti d’accordo, Berlusconi per primo – in ballo c’è la credibilità dell’Italia. E mentre si apre anche un fronte interno alla maggioranza – con gli ‘scontenti’ del Pdl che minacciano battaglia – all’orizzonte si profila uno sciopero generale, unitario Cgil-Cisl-Uil. I sindacati sono pronti alle barricate mentre gli imprenditori, guidati da Emma Maregaglia, giudicano la lettera all’Ue un ”passo nella giusta direzione”.

– Impegni chiari, una chiara road map per le riforme – commenta il presidente di Confindustria.
Berlusconi, intanto, torna ad appellarsi alle opposizioni affinché sostengano le misure.

– L’Ue – insiste il premier – ha apprezzato e approvato il nostro programma di governo per i prossimi 18 mes. Si tratta – ribadisce – di misure nell’interesse dell’Italia con tempi certi di approvazion. Tutti dovrebbero sostenere questo programma – è quindi l’appello del premier.

Di certo i tempi dovranno essere veramente ”certi”. Come ribadito anche ieri dal presidente della Commissione Ue, Jose Manuel Barroso.

– E’ imperativo che l’Italia concretizzi i propri impegni, secondo un calendario chiaro – ha detto.
Per Berlusconi ed il suo governo, promossi con riserva – per i più critici ‘commissariati’ – dall’Ue, la strada è in salita, e piena di tornanti. Dietro uno di questi potrebbe anche esserci Giulio Tremonti che è rimasto in silenzio.

– Si è defilato – fa notare Umberto Bossi mentre Walter Veltroni si spinge più in là, parlando di un ”Ministro dell’Economia marginalizzato”.