Obama star alla serata Niaf: “Viva l’Italia, nostro grande alleato”

WASHINGTON – Con un “Viva l’Italia” pronunciato a sorpresa in italiano e accolto da uno scroscio di applausi il Presidente degli Usa Barack Obama si è materializzato sul palco allestito nel salone dell’Hilton di Washington, in occasione del 36mo Gala annuale della Niaf, la più importante organizzazione italoamericana degli Usa nel quadro delle iniziative del mese dell’”Italian heritage” inaugurato dallo stesso Obama con il suo proclama in occasione del Columbus Day.


Un intervento, il suo, attesissimo visto che lo scorso anno, alla tradizionale kermesse, Obama aveva potuto far pervenire alla numerosissima comunità raccolta nello stesso Hotel solo un videomessaggio augurale.
– L’Italia è uno dei nostri maggiori alleati, uno dei membri fondatori della Nato, e l’America non sarebbe la stessa senza il contributo unico e straordinario degli italo-americani – ha detto Obama davanti a un pubblico tra cui l’ambasciatore italiano a Washinghton, Giulio Terzi (che ha ringraziato per lo “straordinario impegno nel rappresentare il suo Paese”) e la leader di Confindustria, Emma Marcegaglia -. E’ bello vedere così tanti amici – ha detto poi in italiano – e aspettiamo con piacere il prossimo G20 per poter lavorare con l’Italia e prendere decisioni importanti per l’economia globale.


Obama, riparando al torto di non aver citato l’Italia tra i protagonisti della guerra in Libia, ha celebrato con parole solenni la storica amicizia tra Italia e Stati Uniti.


– Ogni americano – ha spiegato Obama – è felice di poter partecipare alle celebrazioni per i 150 dell’unità d’Italia. Cosa sarebbe stata l’America senza il contributo dell’Italia e degli italo-americani? Cosa sarebbe stato senza i viaggi di Colombo, Verrazzano e Vespucci? Cosa sarebbero la scienza e la tecnologia senza non solo Da Vinci e Galileo, ma senza Fermi? Cosa sarebbero i film e la musica senza la magia di Capra, Sinatra e Sophia Loren, i miei preferiti? Cosa sarebbero gli sport senza il fegato e la grinta di Di Maggio, Lombardi e LaRussa?


Insomma, l’America “non sarebbe quello che è oggi senza i contributi unici e l’orgoglio degli italo-americani” mette in evidenza il presidente. Per gli italiani immigrati, sottolinea però, non è stato sempre facile.


– Non sono stati sempre benvenuti – spiega -. Ma si sono costruiti le loro vite, hanno arricchito la nostra cultura con la loro. E hanno aiutato a mantenere la promessa di questo paese, ovvero che il successo è possibile se si ha voglia di lavorare per raggiungerlo. Siamo in tempi difficili e milioni americani sono in difficoltà. Milioni sono senza lavoro. E per molti il sogno che ha portato così tanti italo-americani su queste coste sta svanendo. Abbiamo del lavoro da fare. Ma anche se siamo in tempi difficili, dobbiamo ricordarci che per le precedenti generazioni erano più difficili.


Il presidente si è anche lasciato andare a qualche battuta su uno dei punti di forza dell’Italia: la cucina: “Non sono bravo – ha detto – a cucinare come molte delle vostre nonne”.


Obama si è rivolto all’ambasciatore Giulio Terzi, seduto a fianco del podio presidenziale, ringraziandolo per “l’eccellente lavoro che sta facendo per rappresentare il suo Paese”.


– “E’ senz’altro il piu’ grande tributo agli italiani d’America che Washington abbia vissuto negli ultimi anni – commenta dal canto suo il diplomatico -. E le parole pronunciate dal presidente Obama ne fanno anche un ulteriore momento di celebrazione dell’amicizia e dell’alleanza tra Stati Uniti ed Italia.


Terzi spiega che “tutto il 2011 è un anno dedicato all’Italia e agli italiani negli Usa”. Proprio per i 150 dell’Italia in tutte le principali città Usa sono state organizzate oltre 130 manifestazioni nel quadro del programma Italy@150 lanciato nel settembre dello scorso anno a New York dal ministro degli esteri Franco Frattini sotto l’alto patronato del Presidente della Repubblica.


La delegazione italiana quest’anno è stata guidata dal ministro per la gioventù Giorgia Meloni.
– Ai giovani abbiamo dedicato alcune delle iniziative organizzate in questi giorni anche per promuovere negli USA la cultura, l’impresa e la ricerca italiana – ha sottolineato l’ambasciatore che ha anche presieduto una riunione di coordinamento tra i rappresentanti delle diverse organizzazioni di professionisti italiani che lavorano negli Stati Uniti.


Durante il gala sono stati premiati esponenti della comunità italo-statunitense tra cui Capri Cafaro, leader di minoranza del Senato dell’ Ohio, e Frank Mancuso, ex presidente e amministratore delegato di Paramount Pictures e Metro-Goldwyn Mayer Studio. Tra gli italiani premiati la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e l’ imprenditore e deputato Santo Versace.


Da parte Usa il presidente Obama era affiancato dalla ex Speaker della Camera e leader democratica Nancy Pelosi, il giudice della Corte Suprema, Samuel Alito, il segretario per la sicurezza Janet Napolitano, l’ex Direttore dell’FBI, Louis Freeh, e John Podesta presidente dell’influente think tank Center for American.


Durante la serata di gala la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia ha incontrato Barack Obama ed ha ricevuto gli applausi della comunità italoamericana. Ma il suo è stato comunque rivolto all’Italia:
– L’Italia deve rispettare gli impegni presi con l’Europa con serietà, deve portare avanti le riforme che si è impegnata a fare. È fondamentale, altrimenti le conseguenze saranno pesanti.


La presidente degli industriali si è soffermata a parlare di temi a lei cari, del fatto che in Europa non si parla a sufficienza di crescita mentre servirebbero progetti concreti, e della necessità di investire sulla “enorme potenzialità del Paese, dove non mancano voglia di fare e intelligenza, ma è forse il sistema che non sempre lascia spazio a chi è bravo”.