La Palestina entra nell’Unesco gli Usa bloccano il contributo

PARIGI – La conferenza generale dell’Unesco ha accettato l’ingresso della Palestina come stato membro a pieno titolo con 107 voti a favore e 14 contrari. I paesi che si sono astenuti sono 52, fra cui Italia e Gran Bretagna. Fra i 107 paesi che hanno votato a favore vi sono la Francia, oltre alla quasi totalità dei paesi arabi, africani e dell’America Latina. Stati Uniti, Canada e Germania sono fra i 14 voti contrari. Quasi ovvio il parere degli Usa: “Non possiamo accettare questa decisione”, hanno detto i rappresentanti americani.


Mentre per i palestinesi è un giorno di festa. Così Sabri Saidam, consigliere del presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas, ha commentato la notizia: “Questo è un giorno di festa, un giorno storico. Per noi si tratta di uno dei pilastri nella nostra lotta per l’indipendenza, penso che siamo più che mai vicini a raggiungerla”. Il voto, ha ancora detto, è un “grande messaggio” per chi, in seno al Consiglio di Sicurezza, si oppone alla richiesta palestinese di adesione all’Onu.


E in serata arriva la decisione di Washington che si temeva, ovvero quella di sospendere il suo contributo all’Unesco. La portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Victoria Nuland, ha affermato che non verranno versati i 60 milioni di dollari dovuti per il mese di novembre per protesta contro l’ammissione della Palestina. Questo voto è “prematuro” e “compromette l’obiettivo condiviso della comunità internazionale di una pace ampia, giusta e duratura in Medio oriente”, ha spiegato il portavoce della Casa Bianca Jay Carney.


Il voto delude anche Israele. “E’ una manovra palestinese unilaterale che rimuove ulteriormente la possibilità di un accordo di pace”, ha affermato Yigal Palmor, portavoce del ministero degli Esteri israeliano. Parlando alla Knesset il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha commentato: “Non ce ne staremo seduti con le braccia conserte verso queste mosse che danneggiano Israele”.


L’Italia “ha optato per l’astensione in mancanza di una posizione coesa e unita dell’Unione europea”, ha spiegato il portavoce della Farnesina, Maurizio Massari a proposito della decisione italiana.