Borse gelate, crolla Milano

MILANO – Sui mercati si è scatenata la tempesta perfetta, innescata dal vento proveniente dalla Grecia dopo che il primo ministro Papandreu ha annunciato che il nuovo piano di aiuti per il Paese a rischio default sarà sottoposto a referendum, che concretamente significa una cosa sola: Atene intende rinviare unilateralmente la procedura della realizzazione dell’accordo con Ue, Bce e Fmi. Una gelata che si aggiunge ai dubbi generati dall’ingente debito sovrano italiano, alle incertezze sulla tenuta del sistema bancario europeo proprio in riferimento alla Grecia con il rischio di dovere ricorrere a nuove ricapitalizzazioni e, in una giornata del genere, a dati macroeconomici statunitensi che non fanno vedere la fine del tunnel della crisi. Risultato: dopo lo scivolone della vigilia, Borse del Vecchio Continente schiantate e Wall street molto debole, con Piazza Affari di nuovo la peggiore dei grandi listini europei. Ma, soprattutto, spread tra titoli di Stato italiani e tedeschi che appare fuori controllo, con i credit-default swap contro il rischio ‘made in Italy’ che volano a record storici.


La sensazione di crollo dei mercati viene soprattutto dalle Borse, con il quarto peggior crollo di sempre per Piazza Affari, il più pesante dopo l’avvio della crisi ‘sub prime’: l’indice Ftse Mib ha chiuso in perdita del 6,8%, mentre la perdita del 6,13% dell’Ftse All Share equivale a 22 miliardi di euro bruciati nella giornata.
A livello europeo l’indice Stoxx 600, che fotografa l’andamento dei principali titoli quotati sui listini del Vecchio continente, ha ceduto invece il 3,46%, pari a 219 miliardi di euro di capitalizzazione andati in fumo. In una giornata pessima per tutto il settore europeo (l’indice Dj stoxx dei titoli del credito dell’area euro ha perso ben oltre l’8%), la seduta è stata da dimenticare per le banche italiane: Intesa SanPaolo -15%, Unicredit -12%, Monte dei Paschi -10%.


Ma se quello delle Borse sembra un bollettino di guerra, il dato forse più strutturale viene dal mercato dei titoli di Stato, con il quale si capisce che è stata un’altra giornata di attacco all’euro, che però ha privilegiato l’Italia come bersaglio.