Wiki-Pd, le 100 proposte di Renzi

ROMA – Il primo punto è sulla costituzione di una sola Camera con non più di 500 eletti, l’ultimo sul sequestro rapido e la gestione efficiente dei patrimoni delle azienda. Le cento proposte sulle quali il sindaco di Firenze Matteo Renzi chiama al confronto prima di tutto il Pd, sono da ieri pubblicate sul sito di Big Bang www.leopolda2011.it, la convention conclusa a Firenze.


Tanti i temi toccati nel documento offerto adesso alla discussione attraverso una pratica che lo stesso sindaco rottamatore ha definito Wiki-Pd: ritorno ai collegi uninominali, abolizione delle province e del Cnel, unione di piccoli comuni, azzeramento dei contributi alla stampa di partito, via i vitalizi, ma anche due canali Rai (dalla quale devono ‘uscire’ i partiti) finanziati esclusivamente dalla pubblicità ed il riconoscimento, regolamentato, delle unioni civili.


Le Cento idee coprono quasi tutte le aree di intervento politico: per il welfare la riforma delle pensioni con la parificazione da subito dell’età pensionabile per uomini e donne, un “modello danese” per gli ammortizzatori sociali e l’introduzione del quoziente familiare; per la sanità la chiusura di tutti gli ospedali con meno di cento posti letto che non abbiano servizi di rianimazione 24 ore su 24; per l’economia l’abolizione dell’Irap tagliando i sussidi alle imprese e la liberalizzazione dei servizi pubblici locali, dove i dirigenti nelle aziende pubbliche devono essere a termine.


Il capitolo sulla giustizia prevede che gli avvocati siano pagati solo su preventivo e che i magistrati non osservino più di 30 giorni all’anno di sospensione dell’attività giudiziaria.


Prevista anche un’amnistia condizionata per i politici corrotti: per ottenerla devono confessare, fare i nomi dei complici, restituire il maltolto ed impegnarsi ad abbandonare la politica.


Infine la cultura: al cavallo di battaglia dell’abolizione del valore legate del titolo di studio c’è anche l’impegno a non erogare mai meno dell’1 per cento del Pil alla cultura, per la quale i contributi privati devono essere defiscalizzati.