Ue: “Gli insediamenti israeliani sono illegali”

BRUXELLES – L’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea, Catherine Ashton, ha lanciato un appello al governo israeliano affinchè faccia marcia indietro sulla decisione di accelerare la costruzione di nuove abitazioni nelle colonie di Gerusalemme est, come risposta all’accettazione della Palestina tra i membri Unesco. In un comunicato diffuso ieri, la Ashton si è detta ‘’profondamente preoccupata’’ per le decisioni di Israele di ‘’accelerare le attività in risposta all’adesione della Palestina all’Unesco’’.

‘’L’attività di insediamento di Israele è illegale secondo la legge internazionale, incluso a Gerusalemme est, e costituisce un ostacolo alla pace – ha sottolineato la Ashton -. Questo lo abbiamo detto già molte volte in passato’’. L’Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea ha quindi concluso: ‘’Chiediamo a Israele di annullare la decisione e chiediamo a entrambe le parti di continuare a lavorare con il Quartetto (Usa, Russia, Ue, Onu) per promuovere gli sforzi di pace’’.

Netanyahu: “Costruire a Gerusalemme è un diritto”

La estensione dei progetti edili ebraici a Gerusalemme proseguirà: lo ha ribadito alla Knesset il premier Benyamin Netanyahu secondo cui ‘’essa non è una punizione, ma un nostro diritto’’. Si riferiva alla decisione di martedì di costruire 2.000 nuovi alloggi a Gerusalemme est e in insediamenti limitrofi in Cisgiordania, in reazione alla ammissione della Palestina all’Unesco.

Alcuni mezzi stampa in Israele hanno presentato questa decisione come una punizione all’Anp di Abu Mazen.

‘’Noi costruiamo a Gerusalemme perché è diritto del nostro popolo ricostruire la sua capitale eterna’’ ha detto Netanyahu. ‘’Gerusalemme non tornerà allo stato in cui versava prima della guerra del 1967’’, quando era divisa da un muro e da fili spinati in due settori: uno israeliano, l’altro giordano.