Gp Valencia, Sic nel cuore dei protagonisti

VALENCIA – L’atmosfera è irreale nella sala delle conferenze stampa del circuito Ricardo Tormo di Valencia. Irreali le facce dei piloti che sono davanti al solito plotone di giornalisti e fotografi, anche loro apparentemente spaesati. Lo stato di choc dovuto alla morte di Marco Simoncelli continua a quasi due settimane dal Gp della Malesia. Il neo campione del mondo Casey Stoner è ancora attonito.


“Il nostro sport è così – ha detto Stoner – pericoloso, ma non ci aspettavamo quello che è successo. Ora dobbiamo correre perché è quello che facciamo e dobbiamo farlo anche per chi non c’é più”.


La linea è comune, tutti i piloti nel paddock non pensano affatto che fermarsi sia la soluzione giusta per onorare la memoria di Simoncelli. Uno degli acerrimi rivali di Marco ai tempi della 250, il pilota spagnolo Alvaro Bautista, è ancora più categorico.


“Dobbiamo farlo per Marco – ha detto con un velo di commozione – la sua mancanza è enorme ma lui vorrebbe così”. Anche Loris Capirossi, che in conferenza aveva al braccio una fascia nera con sopra il 58, non ha dubbi. “Non dobbiamo fermarci – ha detto l’imolese – correre è l’unica soluzione”. Quello che non è spiegabile, invece, appare sempre di più l’incidente di Marco Simoncelli, che è stato un’insieme di cose difficilmente ripetibili.


“Marco – ha detto con gli occhi umidi Valentino Rossi – è rientrato in pista con una traiettoria strana. E’ stato come in strada quando uno non rispetta uno stop e ti viene addosso. A Sepang è successa la stessa cosa. Io sono stato anche ‘fortunato’ perché a differenza di Colin (Edwards), l’ho preso marginalmente e non sono caduto. Simoncelli era un pilota molto più grande degli altri e usava molto il suo corpo per guidare la moto, così come lo usava nei duelli con gli altri piloti. Anche in quell’occasione Marco ha provato a non cadere usando il corpo, che in quel momento è come fosse diventato una terza ruota, che lo ha riportato in pista”.
Rossi, oltre ad essere il pilota di riferimento per molti altri piloti, era anche molto amico di Marco Simoncelli. “Mi ha fatto molto piacere – ha detto Valentino – tutto l’affetto che è arrivato a Marco e alla famiglia Simoncelli in questi giorni difficili. Io ho fatto di tutto per rimanere accanto a loro, a Paolo a Rossella e alla sorella di Marco, Martina. Il fatto che tanta gente sia venuta a salutarlo è stato fantastico. Io mi voglio ricordare di lui quando andavamo a girare alla cava, dove facevamo dei duelli all’ultimo sangue e anche quando ci faceva morire dalle risate per le stupidaggini che diceva quando scherzava”.


Difficile cercare di tornare alla normalità in occasioni come queste. “Nonostante sia stato molto con la famiglia Simoncelli in questi giorni – ha detto Rossi – sono tornato in sella alla cava, per vedere che effetto avrei avuto. E’ andata bene. Noi piloti siamo cresciuti sulle moto e per questo quando ci andiamo stiamo bene. Ma forse domani, sulla moto da corsa, sarà un’altra cosa”.


Nonostante ci sia una gara da fare, la testa di tutti è verso i test di lunedì, primo vero atto ufficiale della stagione 2012. “Sono molto curioso di provare la nuova moto – ha detto a proposito Rossi – insieme alle Honda e alle Yamaha, ma prima di tutto dobbiamo fare una gara domenica. Poi vedremo”. Nonostante non sia più nel paddock, Marco Simoncelli sarà comunque ancora in pista con tutti i piloti delle tre classi che hanno attaccato il 58 del pilota italiano su tutte le carene. Non solo, Loris Capirossi, con il permesso della famiglia Simoncelli, correrà con il 58 come numero di gara, al posto del suo storico 65. Tra le manifestazioni da sottolineare, anche quella di Valentino Rossi, che porterà in gara un casco replica di quello dell’amico scomparso.