G20: in scena a Cannes il nuovo ‘disordine mondiale’

CANNES – Il “nuovo disordine mondiale” si presenta a Cannes, al vertice del G20, con equilibri inediti e sospetti reciproci, posizioni diversificate e potenzialmente devastanti per il futuro prossimo.

L’Europa, ancora una volta profondamente divisa al suo interno, è sul banco degli imputati come mai era accaduto; i Brics, guidati dalla Cina, si conquistano definitivamente il ruolo di grande nuovo attore globale e di ago della bilancia imprescindibile della crisi economica; gli Usa di Barack Obama, indeboliti dalla crisi interna, sembrano e sono molto meno influenti rispetto al passato e stanno progressivamente abdicando dal ruolo storico di “unico salvatore globale”.

Al capezzale dell’Euro, la comunità internazionale, i Venti grandi del mondo – un formato che convince poco e che stenta a decidere – arrivano in ordine sparso, pensando ai propri interessi di bottega e facendo fatica a trovare un punto di equilibrio comune per fermare la deriva globale della crisi. Al di là delle immediate decisioni di politica economica che – forse – i riusciranno a valutare e che – forse – saranno costretti a prendere, emerge una spaccatura politica profonda e un’inversione di ruoli che segna il passaggio di un’epoca.

La crisi dei debiti sovrani europei, la grande liquidità e disponibilità delle economie emergenti, i nervosismi e le paure di un’America con un’economia da troppo tempo debole disegnano il profilo di nuovi equilibri geopolitici che prenderanno sempre più piede nei prossimi anni.

Il nuovo e il vecchio si incrociano a Cannes: nuovi e vecchi protagonisti, nuove e vecchie dottrine e idee. L’Europa con i suoi ritardi endemici, le sue titubanze infinite, e la sua poca trasparenza è vista come il vero unico colpevole di questa situazione da Usa e Brics, che in questo formano un fronte unico critico e determinato nei confronti del vecchio Continente.

Insieme chiedono all’Europa di abbandonare la ricetta ortodossa basata sui rapporti tra Pil, deficit e debito. L’emergenza più immediata è quella di creare lavoro, ha detto Barack Obama. Bisogna creare posti di lavoro, stimolare il consumo e gli investimenti accanto a politiche per la riduzione delle diseguaglianze, ha aggiunto Dilma Roussef, “presidenta” di quel Brasile che scala velocemente tutte le classifiche economiche mondiali.

L’Europa, da parte sua, è ancora impegnata a litigare al suo interno con il “direttorio Merkozy” che continua ad andare per la sua strada ignorando spesso le regole di base dei meccanismi decisionali europei e irritando parecchio i partner dall’alto di una, peraltro indiscutibile, preminenza economica e politica.

La Grecia di George Papandreu sull’orlo dell’abisso tiene adesso in scacco i destini comunitari appesi a un referendum che suona come lo “sciogliete le righe” definitivo. L’Italia tiene invece in apprensione le cancellerie mondiali con il suo debito troppo alto, lo spread tra Pbt e Bund a livelli non sostenibili e le necessità, sottolineata anche dall’Ue, di riforme strutturali.

I Brics, passati forse troppo velocemente da un ruolo di Paesi emergenti a quello di economie in crescita esponenziale, gestiscono con consapevolezza e senza timidezze – e con un pizzico di arroganza – questo nuovo ruolo. La Cina, la futura prima economia del globo, esprime tutti i suoi dubbi sul Fondo salva stati europeo e vuole attendere ancora prima di lanciare, eventualmente, la ciambella di salvataggio dello Yuan e delle sue maxi-riserve all’Europa boccheggiante. Gli altri Brics, dalla Russia al Brasile, dall’India al Sud Africa, guardano con più fiducia al Fondo monetario Internazionale per incrementare le risorse con le quali far fronte alla crisi, snobbando un po’ le nuove architetture istituzionali europee.

Il risultato è un nuovo gruppo di Paesi che va veloce ma non ha fretta perche’ il futuro è dalla loro parte. E un altro, gli europei, che vanno lentamente, ma che non hanno tempo. In mezzo un Barack Obama che cerca di mettere ordine.

Forse, Cannes potrebbe essere una delle ultime occasioni per farlo.