Il debutto di Draghi alla Bce: taglio dei tassi e allarme recessione

FRANCOFORTE – . Ma dà anche una strigliata ai governi, Italia in primis, esortandoli a salvarsi da soli, senza contare troppo sulle tasche della Bce, con una ‘’inflessibile determinazione’’ nel risanare i conti.


Con una mossa che solo una esigua minoranza di economisti metteva in conto, e una verve che rompe la tradizione un po’ ingessata della Banca centrale europea, Draghi ha presieduto il suo primo consiglio ottenendo all’unanimità un taglio dei tassi di un quarto di punto all’1,25%. E ha aperto a nuove riduzioni che potrebbero riportare il costo del denaro, forse già a dicembre, all’1% abbandonato la scorsa primavera. Dopo il doppio rialzo sotto la presidenza Trichet ad aprile e luglio, una inversione ad ‘U’. Stupisce che Draghi lo abbia fatto al suo esordio, rischiando di attirarsi le critiche degli ortodossi della tradizione Bundesbank. Ma ‘’le tensioni finanziarie sui mercati’’ – vedere al capitolo GreciaRABBIABERLUSCONI, Italia e così via – stanno raffreddando la crescita nell’area euro, che sarà ‘’molto moderata’’ in questa seconda metà del 2011, dopo appena un +0,2% nel secondo trimestre. Non si esclude una ‘’moderata recessione’’ verso fine anno nell’area euro (alcuni Paesi già ci sono dentro). E di conseguenza l’inflazione, ora al 3%, dovrebbe scendere sotto il 2% nel 2012.
Parla scandendo le parole, ma padroneggia bene il nuovo ruolo: Draghi ieri non sembrava alla sua prima conferenza stampa da presidente della Bce. Ma, soprattutto, ‘osa’ più del predecessore Jean-Claude Trichet, con un linguaggio un po’ più esplicito e diretto. E si sofferma sui dettagli.


– Non ci aspettiamo deflazione – spiega. I mercati hanno ingranato il rialzo immediatamente, e già scontano un nuovo taglio dei tassi. Resta da vedere la reazione a Berlino, in particolare: le premesse erano per un Draghi più ‘tedesco’ dei tedeschi.


– Ho grande ammirazione per la tradizione della Bundesbank – risponde Draghi ai giornalisti locali – lasciatemi fare il mio lavoro e verificheremo periodicamente se siamo sulla stessa linea.


Ma farà piacere alla ‘Buba’ che il governatore sia stato altrettanto diretto rispondere ‘picche’ ai governi che vorrebbero una Bce pronta a stampare moneta fresca per salvarli. La Bce fa la sua parte, anche ieri mattina è intervenuta sui Btp italiani (secondo Deutsche Bank era l’unica a comprare). I consiglieri Bce non si sono ‘’concentrati’’ sulla situazione italiana, premette l’ex governatore di Bankitalia. Atene, Roma, Madrid, Lisbona hanno la ‘’prima responsabilità’’ di governare l’ ‘’esplosione’’ degli spread e nessuno può ‘’costringere’’ la Bce a comprare i titoli di Stato.


– Il modo di reagire – avverte Draghi – non è tanto contare sull’ aiuto esterno, ma risanare i conti e fare riforme strutturali.


E’ la stessa linea spiegata ieri mattina, più nel dettaglio, dal successore di Draghi alla Banca d’italia, Ignazio Visco: in Italia ‘’è fondamentale dare piena attuazione alle misure di risanamento del bilancio, bisogna buttare giù il debito’’, ed è fondamentale rilanciare la crescita con cui ‘’si mantiene un percorso discendente’’. Condizioni che, se realizzate, dice Visco a margine del suo primo consiglio Bce, renderebbero persino tollerabile l’ipotesi ‘’puramente teorica’’ di un tasso dell’8% sui Btp decennali. L’esercizio accademico è rimbalzato sui giornali ma Visco ci tiene a precisare: nel rapporto sulla stabilità finanziaria ‘’non c’è scritto che è sostenibile l’8%’’.