Torture e rapimenti, ordine d’arresto per 15

BUENOS AIRES – Il giudice federale argentino Daniel Rafecas ha ordinato l’arresto di 15, tra militari e poliziotti, per più di un centinaio di rapimenti e torture commessi durante gli anni dell’ultima dittatura. Tutti avvenuti nel periodo compreso tra il 1976 e il 1983, all’interno del campo di concentramento clandestino chiamato “Ponte 12”, situato nei pressi dell’aeroporto internazionale di Ezeiza (a ovest della capitale).


Rafecas ha annunciato la misura nei confronti dei soldati come parte di una “megacausa” contro le violazioni dei diritti umani. Si tratta di 120 persone nell’orbita del primo corpo dell’esercito, un’unità di battaglia la cui giurisdizione copriva la capitale dell’Argentina e la provincia di Buenos Aires.


Come ha fatto notare Rafecas, tra le vittime trenta sono ‘desaparecidas’ o sono state uccise a “Ponte 12”.
Tra gli arrestati ci sono gli ex commissari della polizia di Buenos Aires, José Félix Madrid e Guillermo Horacio Ornstein, i sottufficiali José Sánchez Salerno, Angel Salerno e Carlos Tarantino, tutti rinchiusi nel carcere di Marcos Paz del Servizio Penitenziario Federale, ubicato ad ovest di Buenos Aires.


Il giudice federale ha accusato gli ex funzionari di aver svolto un’operazione illegale nella quale è morta una donna ed altre sei persone sono state “brutalmente sequestrate” e successivamente trasferite al centro di detenzione clandestino dove furono torturate. Daniel Rafecas ha anche ordinato la custodia cautelare e disposto le indagini nei confronti di due soggetti identificati come Eduardo Alfredo Ruffo e Raúl Antonio Guglielminetti, entrambi condannati nel contesto della “megacausa” per l’ operato in “Ponte 12”.


Fonti giudiziarie hanno spiegato che durante la dittatura le vittime sono state sottoposte a condizioni disumane paragonabili alla tortura, quali il divieto di parola, l’immobilizzazione, la privazione di cibo e acqua.