Governo in crisi lo spread vola a quota 500

MILANO – L’incertezza sul quadro politico dopo il voto alla Camera e le sue ripercussioni sul governo di Silvio Berlusconi spingono gli spread sui titoli di Stato italiani a nuovi, pericolosi record. Il differenziale tra il Btp e il Bund tedesco si è avvicinato in chiusura ai 500 punti base (497 per la piattaforma Bloomberg), portando il rendimento del decennale a 6,77%. L’assedio ai nostri titoli di Stato non ha risparmiato anche le scadenze a medio termine: sul mercato secondario il Btp quinquennale è stato scambiato a livelli che garantiscono un rendimento addirittura superiore al decennale (6,87%) mentre i bond biennali offrono ormai rendimenti di poco inferiori (6,38%). Livelli sempre più prossimi alla fatidica soglia del ‘’7%’’ che ha costretto i governi di Grecia, Irlanda e Portogallo a chiedere il soccorso dell’Europa.


Anche le borse europee, dopo una seduta in gran parte al galoppo, hanno tirato il freno sotto il peso degli interrogativi che circondano il destino di Berlusconi, uscito senza una maggioranza assoluta dal voto parlamentare sul rendiconto dello Stato. Milano, in rialzo del 3% poco prima del voto, ha lasciato sul terreno gran parte dei rialzi chiudendo con il Ftse Mib fermo a un modesto +0,74%. Stesso discorso per gli altri listini europei che hanno archiviato la giornata in calando, spinti dal nervosismo di Wall Street per la nebbia che avvolge il governo del nostro Paese. Se Parigi e Londra hanno guadagnato l’1% e l’1,2%, Francoforte si è sgonfiata fino a un magro +0,5%. Gli effetti del voto alla Camera si sono dispiegati anche sull’euro che, dopo essere salito a 1,384 sul dollaro, ha ripiegato a 1,376 sulla valuta americana, sotto il peso delle incognite che aleggiano sull’Italia.


– E’ la peggiore combinazione di eventi – ha commentato Marc Chandler, capo delle strategie valutarie a Brown Brothers Harriman -, perchè Berlusconi vince il voto ma non ha la maggioranza facendo crescere l’incertezza.


Sui mercati sono in molti a chiedere un cambio della guardia alla guida dell’Italia.


– Va bene chiunque purchè non sia Berlusconi – afferma David Gilmore, partner di Foreign Exchange Analytics a Essex mentre per Madelynn Matlock, della Huntington Asset Advisors a Cincinnati, ‘’la realtà è che Berlusconi non è più efficace e deve andarsene’’.


Ma la ‘testa’ del nostro premier potrebbe non bastare. Perchè, come dice Omer Esiner, capo delle analisi di mercato alla Commonwealth Foreign Exchange di Washington, ‘’anche con un cambio di leadership a Roma il fatto è che i rendimenti dei bond italiani sono a un livello insostenibile’’. Quello che gli investitori chiedono, si legge nei commenti che circolano sul mercato, è un governo credibile in grado di varare quelle misure necessarie per mettere in sicurezza un debito pubblico di 1.900 miliardi di euro.