Moggi condannato a Napoli: 5 anni e 4 mesi , associazione a delinquere

MILANO – Arriva la sentenza penale di primo grado di uno dei processi più discussi e “anomali” degli ultimi anni, quello di Calciopoli. A Napoli Luciano Moggi, ex direttore generale della Juventus, è stato condannato a 5 anni e 4 mesi di carcere per “associazione a delinquere”. La sentenza accoglie quindi l’ipotesi di reato dell’accusa. Condannati anche gli ex designatori Bergamo (3 anni e 8 mesi) e Pairetto (1 anno e 4 mesi) e l’arbitro De Santis (1 anno e 11 mesi). “Non ho voglia di fare battute, non parlo”. Così l’ex dg della Juve a caldo dopo la sentenza.


Condannati ad un anno e tre mesi il presidente della Lazio, Lotito, e Andrea e Diego Della Valle, della Fiorentina. Un anno di reclusione per l’ex dirigente del settore arbitri del Milan Leonardo Meani. Per tutti era ipotizzato il reato di frode sportiva.


Queste le altre condanne emesse dalla nona sezione del tribunale di Napoli: Innocenzo Mazzini 2 anni e due mesi; Salvatore Racalbuto 1 anno e 8 mesi; Pasquale Foti 1 anno e 6 mesi e 30mila euro di multa; Paolo Bertini 1 anno e 5 mesi; Antonio Dattilo 1 anno e 5 mesi; Sandro Mencucci una nno e tre mesi; Claudio Puglisi 1 anno e 20 mila euro di multa; Stefano Titomanlio 1 anno e 20 mila euro di multa.


Per 16 imputati condannati a processo Calciopoli, a vario titolo anche per frode sportiva, il Tribunale di Napoli ha disposto come pena accessoria il divieto di accedere ai luoghi dove si svolgono manifestazioni sportive. Il divieto riguarda anche luoghi dove si accettano scommesse autorizzate o dipendono giochi d’azzardo autorizzati. Il Tribunale ha anche disposto l’interdizione dagli uffici direttivi delle società sportive per la durata di tre anni. I divieti tuttavia non sono esecutivi in quanto un’eventuale impugnazione ne sospende l’applicazione.


Oltre alle 16 condanne sono arrivate anche otto assoluzioni. Si tratta dell’ex Ds del Messina, Mariano Fabiani, dell’ex arbitro Pasquale Rodomonti, degli assistenti Marcello Ambrosino, Silvio Gemignani ed Enrico Cennicola, del giornalista Rai, Ignazio Scardina, dell’ex designatore degli assistenti Gennaro Mazzei e dell’ex segrataria della Can, Maria Grazia Fazi.


“Non è stata una farsa, non è stata farsopoli”. Cosi il pubblico ministero Stefano Capuano ha commentato la condanna di numerosi imputati al processo. “La sentenza afferma la totale estraneità ai fatti contestati di Juventus, che presso il tribunale di Napoli era citata in giudizio come responsabile civile a titolo di responsabilità oggettiva”, sono invece le prime righe del comunicato pubblicato sul portale del club bianconero. “Tale decisione, assunta all’esito di un dibattimento approfondito e all’analisi di tutte le prove, stride con la realtà di una giustizia sportiva sommaria dalla quale Juve è stata l’unica società gravemente colpita e l’unica a dover pagare con due titoli sottratti, dopo aver conseguito le vittorie sul campo, con una retrocessione e con relativi ingenti danni – aggiunge la nota -. Juventus proseguirà nelle sue battaglie legittime per ripristinare la parità di trattamento”.


“Siamo molto amareggiati anche se non troppo sorpresi, è una sentenza ingiusta contro cui faremo immediatamente ricorso, con la ferma determinazione di far valere i nostri diritti in tutti i gradi di giudizio”. Così Diego e Andrea Della Valle dopo la condanna a un anno e tre mesi. La posizione dei due proprietari della Fiorentina è condivisa anche dall’amministratore delegato viola Sandro Mencucci.