Alleluia per la caduta del governo al Quirinale. Folla a Palazzo Grazioli

Roma – Hanno scelto l’Alleluia per festeggiare la caduta del governo. Davanti al Quirinale dove il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi giungerà per rassegnare le dimissioni si sono riuniti tutti i cori di Roma. Associati nel gruppo ‘resistenza musicale permanente’ professionisti del teatro dell’Opera e dilettanti hanno intonato il canto Handel. L’orchestra diretta da Fabrizio Cardosa ha radunato davanti alla piazza circa 500 persone. Nella folla cartelli con su scritto ‘grazie Napolitano’.


Folla anche a largo Chigi davanti al palazzo del governo. A causa di un elevato numero di persone presenti via del Corso è stata chiusa. Sono state quindi deviate vare linee di autobus.


‘Tutti a San Vittore’, ‘vai a casa’, hanno gridato più un centinaio di persone assiepate dietro le transenne di piazza Colonna mentre era in corso il consiglio dei Ministri a palazzo Chigi. La protesta è andata avanti per ore e a farne le spese è stato il guardasigilli Francesco Nitto Palma che al termine del Consiglio dei ministri è uscito a piedi dall’ingresso principale ed è stato ‘assediato’ da tv e stampa, mentre gli gridavano ‘buffone, buffone’.


Momenti di tensione si sono registrati in via del Corso quando alcuni militanti di Forza nuova, sventolando bandiere, si sono inseriti nel gruppo di persone che stavano manifestando da ore in piazza Colonna. Subito è partito un ‘duello verbale’ sotto gli occhi delle forze di polizia, poi rientrato.


La folla di manifestanti si è poi spostata in piazza Venezia, ha tentato di oltrepassare il cordone di carabinieri, organizzato per motivi di ordine pubblico, che chiude via del Plebiscito.


“Voglio capire perché non posso calpestare una strada che è suolo pubblico”, tuona una signora. Quelle persone sono già sotto palazzo Grazioli”, aggiunge un altro signore. E, in effetti, davanti la residenza romana di Silvio Berlusconi ci sono decine e decine di persone.


Mentre un ragazzo sventola un tricolore in strada e le tv si preparano per la diretta, un passante chiede: “qual è secondo voi l’idea di democrazia, se non Berlusconi?”, risponde un ragazzo di colore: “Mario Monti”.


Al suo rientro a palazzo Grazioli il premier è stato accolto dai suoi sostenitori: “Silvio, Silvio!”; “libertà, libertà!”: questi i cori che hanno convinto il presidente del Consiglio ad affacciarsi dal cancello salutando a braccia alzate i suoi supporter.


“Eroe di libertà, lotta per noi!” e “c’è solo un presidente” recitano due striscioni tenuti da numerose persone, che stavano aspettando il premier dietro la barriera, composta da una decina di fioriere, posta a protezione del portone d’ingresso. “Siamo qui per dire al nostro presidente che, nonostante il momento, l’Italia più giovane è con lui – afferma una ragazza – le sue dimissioni sono per noi una pugnalata”.


Il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, entrando nella residenza romana di Silvio Berlusconi, ha risposto al coro ‘buffone, te ne devi andare’ alzando il dito medio.


Mentre il ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna, scendendo dall’auto, a chi le gridava “Era ora, vai a casa” ha risposto diplomaticamente: “Stiamo andando a casa”.


Il deputato del Pdl Giorgio Stracquadanio ha preso le difese di un signore attaccato dai sostenitori del premier perché aveva, con una frase, contestato il governo. E a chi gli gridava “a lavorare” ha risposto ironicamente, “almeno oggi no, è sabato”. Stracquadanio ha così scatenato la rabbia di un altro signore, che ha gridato: “è un onore se ti chiedono di lavorare, io andrei anche la domenica”.