#OccupyWallStreet: ondata di arresti

NEW YORK – Molti disordini e decine di arresti. Il bilancio del fine settimana per gli indignati statunitensi è pesante: in 4 città si sono registrati scontri con la polizia, intenta a cercare di ripulire le aree in cui i dimostranti campeggiano.


A Salt Lake City, dove le autorità hanno intimato agli indignati di lasciare il parco, sono state fermate nelle ultime ore 19 persone. Sedici attivisti sono finiti dietro le sbarre a Denver durante l’operazione di sgombero del loro quartier generale, ordinata dalla polizia che ha definito l’area ‘’non sicura e non igienica’’.


Il movimento Occupy Wall Street ha anche registrato la prima vittima: un uomo che partecipava alla protesta di Occupy Oakland, in California, è stato ucciso all’ingresso dell’accampamento. Il nome dell’uomo non è stato reso noto, ma sul posto un altarino improvvisato è stato dedicato a Alex, un ventenne, secondo testimoni. Non è chiaro come si sia arrivati allo sparo che lo ha ucciso. Sempre a San Francisco due poliziotti sono rimasti feriti in uno scontro con un gruppo di manifestanti. Nessuno per ora è stato arrestato in conseguenza degli incidenti. Le autorità a Portland hanno arrestato oltre venti persone dopo che i manifestanti si sono trincerati nel loro quartier generale creando barricate di fortuna per non essere cacciati. Il sindaco aveva ordinato la chiusura del campo per le condizioni insalubri e la presenza sempre maggiore di ladri e tossicodipendenti.

Indignati d’Europa


Circa 10mila indignati si sono riuniti sabato a Francoforte per formare una catena umana che ha circondato il quartiere finanziario della città, cuore dell’economia tedesca. Sono tornati in piazza nella notte anche gli indignati di Barcellona. Circa trecento persone si sono riunite nella piazza Catalunya, nel centro della città, per un’assemblea, riferiscono i media locali, e un centinaio ha deciso poi di restarci a dormire almeno fino a domenica 20 novembre, quando in Spagna si terranno le elezioni anticipate.