La speculazione contro l’Europa e lo spread torna a crescere

MILANO – Tutti guardano all’Italia, ma in realtà è ancora attacco all’euro. Questo ha detto la giornata dei mercati, che ha registrato il nuovo record storico per lo spread tra i titoli di Stato francesi e tedeschi, con differenziali da brivido anche per quelli italiani e spagnoli. Risultato: l’euro è sceso sotto 1,35 dollari, attestandosi a quota 1,349 da un valore di 1,363 dollari registrato alla vigilia. Ma quello che fa pensare a un attacco consistente contro la moneta unica è un fatto: anche quando le Borse migliorano, gli spread non si muovono. E l’esempio più evidente viene dall’Italia, osservata speciale in tutto il mondo anche per l’evolversi del quadro politico.


Ieri, all’inizio del pomeriggio, infatti Piazza Affari si è mossa da sola al rialzo sulla corrente di ottimismo generata dal via libera da parte dei partiti maggiori al presidente del Consiglio incaricato, Mario Monti. Per circa mezz’ora è stata l’unica Borsa europea in positivo, quando quasi tutte perdevano oltre un punto percentuale. Ma lo spread tra i titoli di Stato italiani e i Bund tedeschi è rimasto inchiodato oltre i 500 punti, per concludere le contrattazioni ufficiali vicino a quota 540, con o btp decennali sopra il 7% di rendimento. Il record di 572, registrato poco prima dell’incarico a Monti, non e’ molto lontano.


I Btp italiani hanno fatto peggio di tutti: per i decennali il rialzo di rendimento è stato di 38 punti base rispetto ai Bund tedeschi, i belgi sono saliti di 31 ‘basis point’ (con nuovo record storico), i francesi di 26 punti, gli spagnoli di 23. Anche loro hanno macinato record negativi: è un primato lo spread francese a 191 punti, quello spagnolo a 455 e quello belga a 313. Stabili, per un giorno, i titoli greci (al rendimento ormai mostruoso del 25%) ma la Borsa di Atene è caduta, chiudendo in calo del 3,5% nell’indice generale e del 4,7% nel listino dei 20 titoli ellenici principali. Ma che l’obiettivo non siano solo la Grecia e l’Italia viene chiarito proprio dagli andamenti di Borsa: al ‘boom’ dei rendimenti dei titoli francesi contro i Bund ha fatto seguito la cattiva seduta della piazza azionaria di Parigi, che ha chiuso in calo di quasi due punti percentuali (-1,9%), il peggiore della giornata tra i mercati azionari principali. E, a parte lo scivolone delle banche greche, sono stati proprio gli istituti di credito francesi i più pesanti, con Bnp Paribas che ha ceduto il 5,77% e Societe generale il 5,21%.


Bene non è andata nemmeno per Unicredit, che ha perso il 4,46%, anche se ad appesantire Piazza Affari (che ha perso un punto percentuale) è stata soprattutto Finmeccanica, in calo finale del 20% dopo i conti del trimestre, il piano di dismissioni, la mancanza del dividendo 2011 e l’incertezza sul futuro dei vertici.
– Ma queste sono in fondo piccole cose, il problema rimane l’attacco all’euro – commenta un operatore di Borsa. E i numeri sono lì a testimoniarlo: le uniche piazze azionarie che hanno tenuto in questa seduta difficile per la crisi del debito sovrano sono quelle al di fuori dalla zona euro: Londra ha chiuso con il marginale calo dello 0,03%, Zurigo in crescita dello 0,06%.