Bersani e Casini: «La svolta c’è stata: nulla sarà come prima»

ROMA – ‘’La svolta c’è stata’’. ‘’Da domani nulla sarà come prima’’. Nelle parole di Pier Luigi Bersani e Pier Ferdinando Casini c’è oggi tutta la soddisfazione per il nuovo governo, tecnico ma di larghe intese, invocato da mesi e finalmente nato. Pd e Terzo polo passano dal ruolo di opposizione a quello di componente della maggioranza che offre il sostegno più convinto a Monti e ai suoi ministri. Si tiene fuori, invece, Antonio Di Pietro, che non intende iscriversi alle larghe intese montiane. Oggi al nuovo governo l’Idv dirà sì, come segno di ‘’fiducia’’ per la ‘’discontinuità’’ arrivata, poi però deciderà il sostegno voto per voto.


Nella ‘’svolta’’ che la nascita del governo guidato da Mario Monti sancisce, il Pd ci ha messo del suo. Lo rivendica il segretario Bersani, che ringrazia il partito ‘’per come ha condotto questa fase’’ e sottolinea:
– Siamo soddisfatti. Abbiamo lavorato da tempo ad una svolta e ci siamo arrivati sia con la mobilitazione politica, che con l’iniziativa parlamentare di opposizione. La svolta c’è stata.


Anche per questo, per la ‘’serietà’’ e ‘’generosità’’ con cui offre il suo ‘’sostegno attivo’’ all’esecutivo ‘’di emergenza’’, il Pd sembra pronto a lavorare in Parlamento da partito di maggioranza.


– Faremo le nostre proposte e discuteremo con generosità sui provvedimenti, sia quando li condivideremo al 101%, sia quando al 50 o 60% – sottolinea Bersani. Persuaso, del resto, che le misure anti-crisi richiederanno certo ‘’sacrifici’’ ma non produrranno ‘’nessuna macelleria sociale’’. Anche perchè lo stesso profilo della squadra di Monti (‘’competenza, esperienza e sensibilità su temi che ci stanno a cuore’’) sembra ‘’rassicurare’’ sull’intenzione ‘’uno sforzo comune in un quadro di equita’’’.


– Inizia una nuova epoca politica – è la convinzione del leader dell’Api Francesco Rutelli. E non nasconde la sua soddisfazione Pier Ferdinando Casini. Che a Monti assicura una ‘’lealtà senza riserve’’. E proclama:
– Da domani nulla sarà come prima.


Poi sottolinea che sarà possibile ‘’guardare avanti’’, alla ‘’riconciliazione’’ tra i partiti. Con una soddisfazione in più, perche’ l’effetto ‘’immediato’’ delle ‘’larghe convergenze’’ è la ‘’fine della diaspora Dc’’.


E’ un ritorno alla maggioranza quello che saluta Fli, dopo essere uscito un anno fa dal governo Berlusconi. A Monti i finiani offrono un ‘’convinto e propositivo sostegno’’. Mentre Gianfranco Fini fa trapelare vivo apprezzamento per la grande competenza e l’indiscusso valore professionale dei ministri.


Fuori dal coro delle ‘ex opposizioni’ Antonio Di Pietro. Il leader Idv non nega la fiducia al governo, riconoscendone ‘’discontinuità e professionalità’’, ma dopo il sì alla fiducia deciderà ‘’provvedimento per provvedimento’’ e intanto invoca le elezioni non appena sarà ‘’superata l’emergenza’’. Di Pietro si tira fuori dalla neonata ‘’maggioranza politica’’. E si tiene le mani libere, non indicando nel governo alcun sottosegretario in quota Idv. Mentre il Pd, che si è battuto per ministri tutti tecnici, non pone al riguardo veti: deciderà Monti se avere sottosegretari politici (magari non parlamentari), ma il Pd ‘’non si metterà a fare il bilancino’’. Intanto la sinistra extraparlamentare è agitata dal profilo del nuovo governo:
– E’ difficile non percepire segni di continuità con il passato – dice Nichi Vendola. Le critiche si appuntano in particolare sul ‘banchiere’ Corrado Passera, ma Bersani le stoppa:
– Adesso fa un altro mestiere. Sono sicuro che farà una politica per la crescita.