La denuncia degli attivisti: “Uccisi 17 civili” Il regime: “Sono vittime del terrorismo”

BEIRUT – Sono almeno 17 i civili uccisi ieri in diverse località della Siria da parte delle forze fedeli al presidente Bashar al Assad. Lo riferiscono i Comitati di coordinamento locale degli attivisti, che diffondono una lista dettagliata delle vittime.


Sul sito del Centro di documentazione delle violazioni in Siria, legato ai Comitati, compaiono le generalità, il luoghi e i dettagli dell’uccisione di sette persone nella regione nord-occidentale di Idlib (due a Kfarruma, altrettante a Kfarnabl, tre a Idlib città), di otto in quella centrale di Homs (cinque a Bayada, due a Homs città, una a Hula), di una a Zabadani a ovest di Damasco e un’altra ad Aqriba, nella regione meridionale di Daraa. Il bilancio totale dei morti accertati in otto mesi di repressione è, secondo i Comitati, di 4.291 uccisi.


Di questi, 3.570 sono civili e i restanti appartengono all’esercito regolare, alla polizia e alle forze di sicurezza. Secondo l’ultimo bilancio aggiornato dell’Onu, diffuso dieci giorni fa, più di 3.500 siriani sono stati uccisi dal 15 marzo ad oggi. Il regime, che attribuisce le violenze a terroristi armati dai Paesi confinanti, parla invece di 1.150 militari uccisi e circa 700 civili morti. Nelle ultime due settimane si sono intensificati gli attacchi di militari che si sono uniti ai manifestanti anti-regime contro le forze lealiste, provocando la morte di decine di soldati e agenti dei servizi di sicurezza.

Lega Araba: “Servono misure urgenti”


RABAT – La Lega Araba è determinata a mettere termine al “bagno di sangue” in Siria. “Dobbiamo fare di tutto per fermarlo”, ha detto il segretario generale, Nabil al-Arabi. L’organismo, che la scorsa settimana aveva sospeso l’appartenenza di Damasco, ha tenuto un vertice a Rabat per discutere la crisi siriana. Servono “misure urgenti” per proteggere i civili in Siria, ma siamo “contrari ad qualsiasi intervento esterno”, è la posizione emersa alla fine della riunione.