Monti, Roma capitale e la Lega s’infuria

ROMA – Dopo una corsa contro il tempo e ‘’i veti della Lega’’, ‘’ce l’abbiamo fatta’’, il secondo e ultimo decreto legislativo della riforma per Roma Capitale è stato approvato in prima lettura dal Consiglio dei Ministri. Il primo dell’esecutivo tecnico di Mario Monti; un segnale politico, oltre che amministrativo, ‘’un successo del Pdl – ha detto il sindaco di Roma Gianni Alemanno – perchè era stato elaborato dal Governo Berlusconi con una grande attenzione da parte nostra’’ e con l’ostruzionismo della Lega Nord che ‘’si è messa totalmente di traverso. Oggi si sente che non è più nel Governo; quindi questo è un successo di tutti, trasversale, nei confronti di chi voleva discriminare Roma’’.

Grande la rabbia della Lega con la Padania che scende in campo: ‘Roma Caput Monti’, titola oggi il quotidiano della Lega che punta l’indice contro il governo che ha riversato ‘’fondi a pioggia sulla città eterna’’. Il decreto stabilisce quali poteri statali vengono trasferiti a Roma Capitale e quali, tra quelli regionali, le verranno conferiti con una legge della Regione Lazio. In pratica, nei prossimi 90 giorni ci sarà il confronto parlamentare e, contemporaneamente dovrebbe essere approvata la legge regionale perchè il trasferimento dei poteri sia compiuto. Intanto, oltre a prevedere quali sono i singoli poteri, il documento istituisce la ‘Conferenza delle Soprintendenze ai beni culturali del territorio di Roma capitale’ per ‘’assicurare il concorso alla valorizzazione dei beni storici e artistici’’ e che avrà ‘’funzioni di coordinamento delle attività di valorizzazione della Sovraintendenza ai beni culturali di Roma capitale e degli organi periferici del Ministero per i beni e le attività culturali aventi competenze sul patrimonio presente in Roma’’.

Nulla di fatto, invece, per quanto riguarda il numero dei consiglieri dell’Assemblea capitolina che, nel primo decreto, vengono ridotti dai 60 attuali ai 48 dalle prossime amministrative. Nei giorni scorsi era circolata la notizia che Alemanno avrebbe provato ad approfittare del II decreto per provare a reintrodurre il numero attuale anche per il futuro. Ieri, però, il sindaco ha smentito i rumors che parlavano di un suo blitz finale dicendo che ‘’si tratta di un tema che non abbiamo mai posto al Governo tecnico: se i partiti vorranno aggiungeranno questi elementi di rappresentanza in sede parlamentare’’.

– Il decreto – ha detto – è uscito dal Consiglio dei ministri come lo volevamo noi, come lo avevamo proposto e come era stato concordato con gli uffici. Non c’è stata nessuna tensione e nessuna richiesta di modifica.
Ma nel Carroccio l’ira non si placa.

– Sono onorato di aver bloccato nelle ultime due sedute del Consiglio dei Ministri il decreto legislativo sulle funzioni di Roma Capitale – ha detto l’ex ministro Roberto Calderoli – perchè quel decreto era impresentabile ed inaccettabile.

Ancora più duro il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, che sarcasticamente commenta: ‘’dopo la ‘coesione territoriale’ ci mancava solo questo…’’. E il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ai giornalisti che gli chiedevano un’opinione sul decreto legislativo su Roma Capitale all’ordine del giorno del primo Consiglio dei ministri, ha risposto:
– Se il buongiorno si vede dal mattino questo è un pessimo giorno.

Soddisfatta, invece, la presidente della Regione Lazio, Renata Polverini.

– Siamo tutti contenti – afferma -. E’ un decreto che nasce anche sulla base di un protocollo sottoscritto da noi e il sindaco, che ha avuto l’assenso del consiglio regionale del Lazio. E’ un segnale politico molto importante che dimostra che c’è molta attenzione verso il nostro territorio.

– Il governo Monti ha fatto in tre giorni ciò che il precedente governo Lega-Pdl non ha saputo fare in tre anni – dice il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti. Che esorta l’esecutivo a usare ora il metodo della concertazione e assicura che valuterà il provvedimento nel merito e lo seguirà nell’iter di approvazione.