Impresa azzurri, dopo otto anni va ko il Brasile

ROMA – Una maratona che diventa impresa. L’Italia della pallavolo torna a battere il Brasile dopo otto anni di tentativi andati male: la nazionale di Berruto sceglie il palcoscenico della World Cup, che vale anche come qualificazione olimpica, per mettere a segno una vittoria che vale doppio.


Un match lungo e palpitante, pieno di capovolgimenti di punteggio. L’Italia l’ha interpretato al meglio, con i logici alti e bassi di una sfida interminabile. Berruto ha indovinato alcune mosse determinanti: come quella di puntare su Fei centrale e di inserire Parodi al posto di Savani dal terzo set in poi. Ma senza la super prestazione della diagonale Travica-Lasko, il finale probabilmente sarebbe un altro. Il regista ha messo in campo tutti i suoi colpi e la sua grinta. Ha spronato i compagni, li ha incoraggiati, li ha materialmente portati alla vittoria. E poi si è tolto anche lo sfizio di segnare il punto decisivo con un ace. I verdeoro hanno sofferto il servizio dell’Italia nel primo set, ma poi sono cresciuti. Marlon ha guidato benissimo il gioco supportato da una ricezione quasi perfetta nel secondo e nel terzo set.


I pupilli di Bernardinho nel quarto si sono trovati davanti un’altra Italia, messi sotto pressione hanno difeso l’impossibile, ma alla fine hanno ceduto. Gli azzurri hanno dominato il primo set, poi hanno subito la rimonta del solito Brasile, passato a condurre 2-1. All’inizio del quarto parziale pochi avrebbero scommesso sulla riscossa italiana che invece c’é stata.


Il tie-break è stato interminabile, al cardiopalma. Si è iniziato punto a punto, con Lasko scatenato in attacco. Sul 4-3 il secondo arbitro, il dominicano Cespedes chiama una invasione del muro azzurro dopo che l’attacco brasiliano era finito in tribuna. Grandi proteste e cartellino giallo a Mastrangelo. La reazione azzurra non tarda e si arriva sull’8-6. Un muro di Parodi (12-12) evita che il sestetto campione del mondo allunghi ancora. Il Brasile ha il primo match point, poi due l’Italia, il terzo gli viene negato dai direttori di gara che giudicano fuori un diagonale di Lasko, che le immagini tv diranno che era dentro. Poi l’ultimo sorpasso. Lasko a muro regala l’occasione e Travica, con un servizio lungo vincente, porta a casa un successo che sa di storia.