De Rossi aspetta contratto e fascia da capitano

ROMA – Stand-by De Rossi. Sul rinnovo che tarda ad arrivare, sulla fascia da capitano che dovrà portare, sulle vittorie che la Roma cercherà di conquistare. Il centrocampista di Ostia, intervistato su Radio2 Rai, non si è infatti sbilanciato né sui tempi necessari per arrivare alla firma del nuovo contratto, né sulle potenzialità della squadra di Luis Enrique.


“Rassicurare la gente sul mio futuro? Ma il cuore è fatto apposta per stare sempre in palpitazione – le sue parole -. Vincere quest’anno? Ho paura di no”. Decisamente meno incerto è apparso però quando ha affrontato il tema Totti: “Siamo molto diversi, come caratteri, ma siamo sempre andati d’accordo. Francesco è il classico romano, sembra quasi di un’altra epoca, spavaldo, sicuro, con personalità, si porta dentro una luce. A Roma è qualcosa di unico”. Ma non per questo privo di qualche difetto: “E’ un pò permaloso, è vero. In passato abbiamo anche litigato, non ci siamo parlati per un pò. Il motivo? Non me lo ricordo, è passato tanto tempo”.


Lo stesso che potrebbe passare per raccoglierne il testimone: “Credo che ci sia un termine preciso: prenderò la fascia quando l’attuale capitano, anzi il capitano di tutte le epoche, smetterà”.


In attesa di appendere gli scarpini al chiodo, però, Totti continua ad accusare problemi fisici e a tenere in ansia la Roma. Il numero 10, rientrato col Lecce dopo quasi due mesi d’assenza, potrebbe infatti essere costretto a un nuovo stop a causa di una live distorsione alla caviglia sinistra. Il giocatore è in forte dubbio per la trasferta di venerdì sera in casa dell’Udinese. Trasferta che quasi sicuramente salterà anche Marco Borriello, costretto ai box da un affaticamento ai flessori della coscia sinistra. In Friuli, insomma, potrebbe essere ancora De Rossi a portare la fascia al braccio. Il centrocampista, in fondo, proprio a un friulano doc come Fabio Capello deve molto. Per questo martedì, quando il ct dell’Inghilterra ha fatto visita al centro sportivo della Roma, è corso a salutarlo: “Lui mi ha fatto del bene, è stato forse il più importante per la mia crescita professionale. Anche Lippi però è stato quasi un padre”.


Più giovane è invece Luis Enrique: “Ha delle idee precise, calcistiche e comportamentali, non scende a compromessi. E’ uno che ha la sua strada e la percorre dritto per dritto”.


Non solo il calcio però riempie la vita di De Rossi, legatissimo alla figlia Gaia (“é la cosa più importante della mia vita”).