Burundi, uccisi un volontario italiano e una suora croata

ROMA – Un cooperante italiano e una suora croata sono stati uccisi domenica a Kiremba, nel nord-ovest del Burundi, in un attacco contro una missione religiosa. Un’altra suora, l’italiana Carla Brianza originaria della provincia di Brescia, è stata ferita alle mani ed è fuori pericolo. L’assalto è stato perpetrato da due uomini armati già arrestati dalla polizia. Secondo fonti sentite dall’agenzia missionaria Misna sul posto si tratterebbe di uno studente e di uno sbandato trovati in possesso della refurtiva.


Le due vittime sono Madre Lukrecija Mamic e Francesco Bazzani. “Francesco era stato chiamato nella casa delle suore delle Ancelle della Carità per riparare un guasto elettrico – ha detto alla Misna Giovanni Gobbi dell’Associazione cooperazione missionaria (Ascom) in cui era impegnato Bazzani – ma la linea in realtà era stata interrotta dai rapinatori”. Dopo che si sono riaccese le luci, e i malviventi “forse anche impauriti, hanno aperto il fuoco contro suor Lukrecija e poi hanno costretto Francesco e suor Carla Brianza a seguirli sull’automobile in dotazione alla missione. Non sapevano guidare, quindi avevano bisogno del nostro logista. Si sono allontanati per qualche chilometro, poi hanno fatto scendere gli ostaggi e aperto il fuoco”. Una ricostruzione che avvalora l’ipotesi di una rapina finita male, come sostengono anche i missionari sentiti dall’agenzia missionaria.


Secondo quanto riferito da padre Michele Tognazzi, missionario Fidei donum, il nostro connazionale, “è stato ucciso a bruciapelo. Suor Carla è riuscita invece ad afferrare con le mani la canna del fucile che gli era stato puntato contro. Un gesto che ha recuperato secondi preziosi e ha contribuito a salvarle la vita, perché a quel punto l’aggressore per liberarsi dalla presa ha usato un coltello colpendole le mani e allontanandosi quindi insieme al complice’’. Le vittime lavoravano all’ospedale di Kiremba che è finanziato dalla diocesi di Brescia.


Bazzani era partito per l’Africa dopo aver deciso di rivoluzionare la sua vita aiutando gli altri. “Nonostante lavorasse nel settore sanitario, era infatti un odontotecnico – racconta Giovanni Goppi – Bazzani sentiva che era arrivato il momento di aiutare persone sfortunate ancor più concretamente e, con questo obiettivo, ci aveva contattato due anni fa e si era candidato” per prendere il posto di un altro volontario dell’Ascom che aveva lasciato il Burundi. “Francesco – spiega Goppi – lì coordinava il personale, costituiva concretamente le nostre orecchie, i nostri occhi e la nostra bocca a Kiremba. Era molto aperto, generoso, un uomo straordinario e mai stanco di fare, di dare una mano. Infaticabile, lavorava gratuitamente, volontario a 360 gradi. Percepiva solo un rimborso spese e qualcosa per vivere lì, in quella terra dimenticata”.