Ritardi, irregolarità e lunghe file ai seggi

IL CAIRO – E’ iniziato il dopo Mubarak in Egitto. Ieri mattina alle 8 ora locale si sono aperti i seggi per le prime storiche elezioni parlamentari dopo oltre sette mesi dalla caduta dell’ex rais. Circa 45 milioni di elettori sono chiamati ad eleggere i 508 nuovi deputati della Camera bassa egiziana, in quella che appare essere una lunga maratona elettorale. Il voto, infatti, è stato diviso in tre fasi, l’ultima delle quali si svolgerà a inizio gennaio. Ieri si è votato in 9 dei 27 governatorati egiziani, inclusi quelli del Cairo e di Alessandria. Dopo il voto per la Camera bassa sarà il momento del consiglio della Shura, le cui consultazioni si terranno dal 29 gennaio al 4 marzo. A giugno, invece, verrà eletto il nuovo presidente. Lunghe file si registravano davanti ai seggi al Cairo. Alta affluenza alle urne si è registrata anche ad Alessandria, nel nord del Paese.


A causa delle lunghe code le autorità egiziane hanno deciso di chiudere alcune strade del Cairo e di Luxor. Lo ha riferito l’inviato della tv araba ‘al-Jazeera’. In ritardo sono stati aperti i seggi elettorali a Port Said, mentre alcuni candidati hanno denunciato che i militanti dei Fratelli Musulmani proseguivano la campagna elettorale nelle città dove si votava. Ad Asyut quattro seggi elettorali sono stati chiusi per motivi di sicurezza dopo una sparatoria avvenuta in zona. L’esercito egiziano è intervenuto per liberare un gruppo di agenti della polizia sequestrati dai sostenitori di un candidato escluso dalla competizione elettorale. “Le elezioni oggi si stanno svolgendo regolarmente in tutto il paese, non si è votato solo in cinque sezioni del Cairo”, ha affermato il portavoce della Commissione elettorale egiziana, Abdel Muazz Ibrahim, durante una conferenza stampa tenuta al Cairo. Il Consiglio nazionale per i diritti umani, un’organizzazione egiziana guidata dall’ex segretario generale delle Nazioni Unite Boutros Boutros-Ghali, ha fatto sapere però di aver registrato diverse denunce di irregolarità durante le operazioni di voto al Cairo.