Crisi, Ue all’Italia: ora misure aggiuntive

BRUXELLES – L’Europa chiede all’Italia misure aggiuntive urgenti e di almeno 11 miliardi per raggiungere il pareggio di bilancio e rilanciare la crescita: elenca una serie di provvedimenti su temi come lavoro, pensioni e tassazione mentre un gruppo di paesi dell’Unione auspica un intervento di Fmi e Bce per sostenere il nostro Paese e la Spagna in modo da arginare la crisi dell’euro.

A Bruxelles, dove il presidente del consiglio e ministro del Tesoro Mario Monti partecipa all’Eurogruppo assieme al neo viceministro Vittorio Grilli, i ministri economico-finanziari della zona euro provano a mettere un freno alla speculazione che oramai sta attaccando la moneta unica e la costruzione comunitaria, con tassi di interesse sui mercati secondari sempre ai massimi e voci di problemi per il rating tripla A della Francia.

La Commissione, che presenta alla cena dell’Eurogruppo il rapporto curato dal vice presidente Olli Rehn sul nostro Paese, ammonisce l’Italia che ”tassi d’interesse elevati, in modo persistente, aumentano il rischio di una ‘fuga’ dai bond italiani” e l’insorgere di una crisi di liquidità. Il rapporto non preoccupa comunque Monti perchè ”non contiene sorprese”.


Il professore che illustrerà ai colleghi le misure (senza tuttavia aggiungere dettagli a quelli presentati in Parlamento in Italia) ne terrà conto. Monti non parla, ma da Roma arrivano voci di una manovra in lavorazione da 20 miliardi di euro e di una relativa sicurezza sulla possibilità di centrare il pareggio di bilancio nonostante il ciclo economico avverso. Nel rapporto Rehn si parla così di ”spostare la tassazione dal lavoro ai consumi e all’immobiliare”, di una ”legislazione sul lavoro che continua a offrire elevata protezione a chi è dentro, mentre a chi è fuori, soprattutto a donne e giovani, restano lavori precari e nessun sussidio di disoccupazione” e anche che ”per ripristinare la fiducia nei mercati, per l’Italia, dipende in modo cruciale dal sostegno di partiti, parti sociali e cittadini alle riforme del governo”.


Sul tavolo dei ministri, oltre alla situazione italiana, c’è il via libera definitivo alla sesta tranche di aiuti alla Grecia: otto miliardi bloccati per la decisione di Atene, poi ritirata, di indire il referendum e il rafforzamento del fondo salva stati (Efsf). Ma secondo Olanda, Belgio e Lussemburgo questo potrebbe non bastare e quindi la Bce, restia anche per l’opposizione della Germania a impegnarsi in maniera diretta, potrebbe prestare al Fondo Monetario le risorse necessarie ad aiutare i due Paesi. Una mossa peraltro tutta da studiare nei tempi, modi e governance. Una questione spinosa nelle mani del presidente Mario Draghi presente al vertice, che si intreccia con le numerose diversità fra Francia e Germania su diversi temi quali il ruolo della Bce, gli Eurobond e la carica di capo economista all’Eurotower.