Monti, primi contatti con i partiti Convocate le parti sociali

ROMA – Dopo il ‘bastone’ usato da Bruxelles per piegare le resistenze di forze sociali e partiti sulle riforme strutturali necessarie per mettere il Paese al riparo da ”gravi conseguenze”, prima su tutte quella delle pensioni, Mario Monti opta per la ‘carota’ della diplomazia: avvia i primi contatti con i leader dei partiti; convoca le parti sociali a palazzo Chigi; e fa sapere che il governo intende affrontare nodi cari a sindacati e parte del Parlamento come la lotta alla disoccupazione e l’adeguamento salariale.


Il presidente del Consiglio passa l’intera giornata a palazzo Chigi, presiedendo un ‘mini-vertice’ ministeriale al quale, fra gli altri, partecipano Corrado Passera, Enzo Moavero, Piero Giarda e Antonio Catricalà. La crisi impone risposte rapide e viene confermato il percorso accelerato in Parlamento per il decreto (anche se forse ci sarà pure un ddl) per avere l’ok entro Natale. Si lavora molto anche sul fronte delle misure. Il governo ha pochi giorni per definire i dettagli dei provvedimenti (raccontano che la cifra definitiva degli interventi sarà decisa solo oggi).


Che il tempo stringa lo dimostra il fatto che il premier rinuncia alla cerimonia organizzata all’Università la Sapienza per la presentazione del libro del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, sui 150anni dell’Unità d’Italia. Il premier esprime soddisfazione per il via libera alla Camera della modifica dell’articolo 81 sul pareggio di bilancio e non mette minimamente in discussione l’ineludibilità delle ”riforme strutturali” anti-deficit annunciate a margine dell’Ecofin. Ma sul piatto mette anche alcuni nodi cari ad alcuni settori del Parlamento e ai sindacati, già sul piede di guerra contro la riforma delle pensioni. Il compito viene affidato al ministro dello Sviluppo Economico e a quello del Welfare: dobbiamo far capire che non puntiamo solo sul rigore, ma anche su crescita e equità, spiega il professore ai ministri.


Passera, dopo aver ammonito sul serio rischio ”recessione”, lo dice chiaramente: non ci saranno solo ”sacrifici” ma anche ”benefici”. Ma soprattutto sottolinea che ”l’emergenza numero uno” è quella del ”disagio occupazionale” che resta la ”priorità assoluta” del Paese. Parole che ottengono il plauso di Susanna Camusso, leader della Cgil, che dalle critiche sull’ipotesi di riforma delle pensioni passa agli elogi: è un segnale ”molto importante”. Sull’altro fronte caldo, quello della riforma delle pensioni, è il ministro del Welfare a confermare la volontà di intervento del governo ”in pochi giorni”. Nessun passo indietro, dunque. Ma Fornero, da Bruxelles, spiega anche che il governo intende andare verso il reddito minimo garantito. Insomma, dopo il ‘bastone’ arriva la ‘carota’. La controffensiva diplomatica non è solo sulle misure.


Il governo, infatti, convoca parti sociali e enti locali domenica a palazzo Chigi. Forse tardi visto che l’incontro è fissato appena 24 ore prima del Cdm che varerà le misure, ma è sempre meglio che niente. Forse preoccupato per i crescenti malumori, Monti alza il telefono e contatta personalmente i leader dei partiti che lo sostengono, confermando che ci saranno incontri (separati) prima del 5. Non entra nei dettagli delle misure che del resto ancora del tutto definite.