Manovra: si lavora alle modifiche, salve le pensioni sotto i 1.400 euro

ROMA – Al via i lavori della manovra alla Camera. L’esame del provvedimento è stato affidato alle commissioni Finanze e Bilancio congiunte, che sono partite ieri con il primo giro di audizioni, mentre per oggi è previsto l’avvio della discussione generale.


Domani si terrà la seconda tranche delle audizioni, e sempre nello stesso giorno è stato fissato il termine per la presentazione degli emendamenti. Le ammissibilità saranno comunicate entro le 19, quindi si partirà con le votazioni, che dovranno concludersi entro lunedì alle 14. Il provvedimento è atteso in Aula il giorno successivo.


Due relatori per la manovra del governo Monti. Una necessità dovuta all’ampia maggioranza che sostiene il governo: sono Maurizio Leo (Pdl) e Pier Paolo Baretta (Pd).


Per stabilire il percorso parlamentare e i tempi di approvazione della manovra ieri a Montecitorio c’è stato un vertice tra i presidenti delle Camere Renato Schifani e Gianfranco Fini con il presidente Monti e il ministro per i Rapporti con il Parlamento Piero Giarda.


Intanto è arrivata la proposta contenuta nel parere della commissione Lavoro alla manovra di adeguare le pensioni al costo della vita, per i trattamenti fino a tre volte il minimo. Ovvero fino a circa 1400 euro. Il parere è stato approvato da tutti i gruppi parlamentari, esclusa la Lega. Il governo, afferma il viceministro del Welfare Michel Martone, “si impegna a ragionare” sulle proposte contenute nel parere “a saldi invariati”. La Commissione, aggiunge Martone, “ha svolto un lavoro importante”.


La copertura, proposta dalla Commissione, dovrebbe arrivare mediante un incremento del contributo di solidarietà a carico delle pensioni più elevate e/o mediante l’introduzione di un contributo di solidarietà sulle cosiddette ‘baby pensioni’ limitato all’importo superiore al minimo, e/o incrementando la percentuale di interventi sui cosiddetti ‘capitali scudati’.


Per quanto riguarda il percorso della manovra, il Pd garantirà un iter veloce, proponendo in sede di commissione emendamenti per correggerla nel senso dell’equità “a cominciare dalle pensioni e dai redditi più bassi”.


– Siccome sappiamo che in questo momento i mercati, le istituzioni internazionali hanno bisogno di certezze, diciamo con chiarezza: il presidente Monti parte per una serie di incontri europei sapendo e potendo garantire – ha sottolineato il capogruppo alla Camera Dario Franceschini – che le correzioni del Parlamento non toccheranno né i saldi, né l’impostazione, né il carattere strutturale, ma la miglioreranno soltanto nel senso dell’equità.


L’esponente del Pd, infine, sottolinea che tra le modifiche proposte ci potrebbe essere un intervento sulla questione dell’assegnazione delle frequenze.


Sì alla manovra dal Pdl “se il governo metterà la fiducia”.


– Il decreto del governo Monti, che raschia il barile e esprime una linea di ‘lacrime e sangue’ presenta aspetti che non ci convincono e lo voteremo per senso di responsabilità se il governo metterà la fiducia – ha detto il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto – La situazione politico-parlamentare probabilmente non consente il gioco tradizionale degli emendamenti, ma lavoreremo per modificare il decreto in aspetti significativi riguardanti in primo luogo la casa. Prenderemo anche in considerazione – ha aggiunto Cicchitto – un aspetto riguardante le pensioni.


L’Idv, tramite il capogruppo alla Camera Massimo Donadi, avverte:
– Se la manovra economica non cambia, voteremo sicuramente no.


Sul piede di guerra la Lega.


– Monti parlando di manovra equa ha preso in giro i cittadini. La verità è che questo decreto è profondamente ingiusto: alla fine a pagare sono sempre gli stessi: i ricchi e le banche ridono mentre le famiglie e i lavoratori piangono – ha dichiarato il capogruppo della Lega al Senato Federico Bricolo – Noi in Parlamento faremo la nostra parte e proporremo modifiche profonde al testo. Vedremo se gli altri partiti che sostengono questo governo avranno il coraggio di difendere i più deboli e le piccole e medie aziende che – conclude Bricolo – con queste norme recessive verranno profondamente penalizzate.