Argentina, Cristina: “Non sarò la presidenta dei gruppi economici”

BUENOS AIRES – Ancora una giornata da incorniciare nella lunga storia del peronismo: sotto il sole estivo di Buenos Aires, la presidente Cristina Fernandez de Kirchner si è insediata ieri per un secondo mandato alla guida dell’Argentina, fra il tripudio dei militanti eredi di Peron ed Evita, sulla scia del trionfo elettorale dello scorso 23 ottobre. In un lungo (70 minuti) e battagliero discorso alla sede del Congreso (Parlamento), accompagnata dai figli Florencia e Maximo, Cristina (58 anni) si è commossa fino alle lacrime ricordando il marito Nestor Kirchner, l’ex presidente morto nell’ottobre dell’anno scorso.

Vestita di nero nonostante il tempo trascorso dalla scomparsa di ‘lui’, la presidente ha modificato la formula del giuramento previsto in queste occasioni, dicendo che avrebbe rispettato gli impegni in nome di ‘Dio, la patria e lui’. Poi ha rivendicato il ‘’successo’’ della politica economica ‘kirchnerista’, con qualche cenno sulla crisi europea. L’emergenza nella quale si trova l’Ue rappresenta ‘’quasi uno specchio di quel che successe in Argentina nel 2001’’, ha precisato, ricordando il devastante default del paese di dieci anni fa.

‘’Loro’’, ha aggiunto riferendosi all’Ue, ‘’governano avendo quale meta l’inflazione, mentre i nostri obiettivi sono il lavoro, la crescita e l’occupazione’’, ha tagliato corto la presidente, sciorinando una serie di dati sulla ‘recovery’ dell’economia argentina, ‘’cresciuta a tassi cinesi’’.

“La politica economica del paese la facciamo noi, non il Fondo Monetario Internazionale’’, ha sottolineato, tra l’applauso di parlamentari e simpatizzanti peronisti, che hanno più volte cantato la ‘marcia peronista’ e lanciato in aria i ‘papelitos’ (pezzi di carta) con i quali a Buenos Aires si salutano sia i risultati politici sia le vittorie della ‘Selección’ di calcio. Il programma che la presidente intende portare avanti in questo suo secondo mandato è ‘’nazionale, popolare e democratico’’, ha aggiunto, ricordando di ‘’non essere la presidenta dei gruppi economici, bensì di tutti i 40 milioni di argentini’’.