Pari e tante polemiche, i rossoneri rallentano la corsa

BOLOGNA – Gli scudetti, di solito, passano da qui. Più che dai big match di primavera, da queste partitacce invernali, quando i punti servono soprattutto a far volume. Il Milan a Bologna ne ha persi due, ma ne ha conquistato uno. Sarebbe potuto scivolare in maniera ancora più rovinosa, tenuto a galla da una magia di Seedorf nel primo tempo, da un rigore molto contestato nella ripresa e da altre decisioni di Rocchi che hanno fatto infuriare i padroni di casa.

Gli è mancata la forza di sferrare il colpo letale, gli è mancata la forza di difendere un vantaggio conquistato, gli è mancata la forza di impadronirsi di un campo di una squadra che lotta per la salvezza. In gran parte per merito anche di un Bologna che, alla vigilia, avrebbe messo la firma a lettere d’oro sul pari, ma che dopo la sfida con il Milan rimpiange (e, soprattutto, protesta) per una vittoria che ci poteva anche stare.


Il 2-2 finale è la sintesi di tutto questo, di una partita tutto sommato gradevole, fatta di quattro gol, due pali, un gioco divertente, ed un sacco di episodi di quelli destinati ad essere visti, rivisti e sezionati per tutta la settimana.


Il Milan sui tre punti di Bologna ci faceva conto: Ibrahimovic dopo neanche tre minuti ha tentato di inaugurare la cavalcata con una punizione che ha centrato la traversa. Il Bologna, però, ha soprattutto ritrovato Di Vaio: un gran gol, quello del vantaggio rossoblù, quando il bomber capitano ha scavalcato con un pallonetto Amelia. La risposta è arrivata però con Seedorf che con una conclusione dal limite dell’area ha ricordato a tutti che una carriera come la sua non arriva per caso. A fine ripresa, però, l’olandese è stato il protagonista dell’episodio più discusso della partita, quando su una punizione dalla tre quarti ha allargato un po’ troppo il braccio. Rigore per tutti, tranne che per Rocchi. Il Milan avrebbe dovuto approfittarne, tornare in campo e azzannare al collo la preda. Che però era ferita e arrabbiata. Di Vaio, in avvio ripresa, ha fatto tremare la base del palo con una conclusione dalla distanza. Al Milan, così, sono cominciate a tremare le gambe. Seedorf si è a poco a poco smarrito, Pato e Boateng non hanno avuto la loro solita continuità ed il Milan ha cominciato a far fatica a trovare la via della porta.

L’ha trovata solo al 27’ quando un intervento di Raggi in area su Ibrahimovic è stato giudicato falloso da Rocchi: episodio contestato e complicato, creato da un intervento del difensore che ha preso la palla e, forse, viziato da una posizione di fuorigioco. Ibra dal dischetto ha scritto il suo nome nel tabellino di una partita che lo ha visto protagonista solo a sprazzi.
Il Bologna, però, per reagire ci ha messo meno di un minuto, ed è tornato in gol sia grazie a Diamanti (ancora una volta il migliore dei suoi) sia grazie ad Amelia che se in occasione del primo gol aveva esitato troppo sull’uscita, sul secondo si è visto quasi sfuggire fra le mani il pallone del pareggio.

Ed è proprio qui, nell’ultimo quarto d’ora, che è diventata una ‘partitaccia’, di quelle che silenziosamente ed anonimamente finiscono per decidere gli scudetti. Il Milan non ha saputo, nemmeno con l’ingresso di Robinho, trovare un’idea per impensierire il Bologna. Ha saputo però controllare la reazione dei padroni di casa, che sapevano di meritare la vittoria, sognavano l’impresa e si consolano con un pareggio che fa classifica e consolida la consapevolezza di una crescita. Allegri intasca un punto, ne lascia per strada due. Nella lotta per lo scudetto peseranno eccome.