Pd: serve un nuovo impegno per le politiche emigratorie

ROMA – “È certamente positiva la disposizione adottata dal Ministro Giulio Terzi di congelare le misure di chiusura di consolati e istituti di cultura, decise nel recente passato e ipotizzate per il prossimo futuro, in vista di un confronto parlamentare da realizzare in tempi ragionevolmente brevi. Abbiamo più volte ricordato, a fronte della politica dei fatti compiuti del precedente governo, che il metodo dello “spending rewiew”, adottato dalla manovra finanziaria di agosto, doveva essere inteso come una revisione selettiva e qualitativa della spesa, non come un’autorizzazione a tagli ulteriori e indiscriminati”.

È quanto si legge nella nota congiunta dei deputati Pd eletti all’estero – Bucchino, Farina, Fedi, Garavini, Narducci e Porta – secondo cui “il fatto che il nuovo Ministro si sia messo su questa linea ci consente di dare atto a lui di una disponibilità e di un’apertura apprezzabili e al governo di un passaggio di metodo, che noi, e non soltanto noi, abbiamo richiesto da tempo”.
Per i parlamentari, “imboccare una strada di serietà e di confronto comporta, tuttavia, doveri di lealtà e chiarezza che, per quanto ci riguarda, vogliamo assolvere in modo lineare e diretto”.


– Per questo – aggiungono – intendiamo sottolineare che una riconsiderazione qualitativa della spesa dovrebbe coinvolgere, oltre alla rete consolare e agli istituti di cultura, anche la promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo, l’assistenza ai nostri connazionali, soprattutto anziani, residenti in aree socialmente difficili, l’informazione e la comunicazione, importante veicolo di proiezione dell’Italia nel mondo e insostituibile strumento di dialogo con le generazioni d’origine”.


Il confronto in sede parlamentare, preannunciato dal Ministro Terzi, osservano i deputati, “sarà certamente l’occasione per definire l’ambito e i temi per questo auspicabile e realistico giro d’orizzonte. In quella sede ci auguriamo che si verifichino le condizioni per un diverso rapporto con il governo sulle politiche per gli italiani all’estero, in modo che – concludono – si possa mettere un freno al processo di smantellamento registrato finora e che, quantomeno, si riesca a definire un’accettabile scala di priorità per le difficili scelte da compiere”.