Algeria, 3 ex di al-Qaeda dietro il rapimento di Rossella Urru

BAMAKO – Tre ex terroristi di al-Qaeda guidano la banda di rapitori che nei giorni scorsi ha rivendicato il sequestro dell’italiana Rossella Urru e di due cooperanti spagnoli avvenuto il 23 ottobre nel campo di Rabboni, vicino Tindouf, gestito dal Fronte Plisario, nel sud dell’Algeria.

Secondo quanto rivelano fonti locali del nord del Mali al sito informativo ‘Sahara media’, la formazione denominata ‘Jamaa Tawhid wa al-Jihad fi al-Gharb Afriqiya’ (Gruppo del monoteismo e del Jihad nell’Africa occidentale) è guidato da un mauritano, un algerino e un maliano.

Il terrorista mauritano si chiama Hamad Ould Mohammed al-Khairy, noto con il nome di battaglia di Abu Qamqam ed è stato già arrestato in passato in Mauritania e Mali. In particolare nel 2006 è riuscito ad evadere dal carcere insieme a Khadim Ould al-Saman, considerato all’epoca il capo di al-Qaeda in Mauritania. Nel corso del processo a carico degli islamisti mauritani avvenuto nel 2007 è stato però prosciolto. E’ stato poi arrestato di nuovo in Mali nel 2008 mentre si trovava a Ghao insieme a un militante di al-Qaeda, Tayeb Ould Sidi Ahmed. Era considerato in passato molto vicino all’algerino Mokhtar Belour, uno dei capi di al-Qaeda nel Sahara.

L’algerino della banda invece viene chiamato Ahmed al-Talemsi al-Munhadir e proviene da Tlemecen in Algeria. Si tratta di un giovane del quale non si conosce il vero nome.

Il maliano infine è un uomo di origine araba di nome Sultan Ould Badi, il quale avrebbe partecipato al sequestro di quattro turisti occidentali -una coppia di svizzeri, una tedesca e un britannico- avvenuto il 22 gennaio 2009 in una zona al confine tra Niger e Mali. Si tratta per questo dell’elemento più importante di questa nuova banda che avrebbe avuto un ruolo centrale nel sequestro della Urru. Il sito ‘Sahara media’ sottolinea come sia “considerato molto legato ad attivisti saharawi vicini al Fronte Polisario”. Il sito ricorda che il 5 dicembre scorso nel nord della Mauritania le autorità locali avevano arrestato due Saharawi provenienti dal campo di Tindouf, gestito dal Polisario, con l’accusa di essere gli esecutori materiali del rapimento della nostra connazionale.