Lega-Pdl alla resa dei conti, è guerra sul territorio

ROMA – Ognuno per la sua strada? Dopo quasi venti anni l’Asse del Nord sembra vacillare pericolosamente e Lega Nord e Pdl sembrano andare sempre più verso la separazione. I lumbard, ricompattati al loro interno dalla campagna di opposizione al governo Monti, ormai hanno giurato guerra all’ex alleato e potrebbero rompere anche le intese nate sul territorio. Il Popolo delle Libertà, al fianco dell’Udc in appoggio all’esecutivo Monti, flirta ormai apertamente con i centristi. Sullo sfondo restano i delicati equilibri romani e le amministrazioni del Nord dove gli ex alleati proseguono insieme. Sono tanti i comuni e le Province al Nord dove Pdl e Carroccio governano insieme e dove, particolare non irrilevante, si voterà il prossimo anno.


I lumbard puntano al ‘colpaccio’: governare da soli Comuni e Province in modo da realizzare ‘’di fatto’’ la ‘Padania’. Una strategia, appoggiata fin dall’inizio da Roberto Maroni e che ha ricevuto la ‘benedizione’ di Umberto Bossi. La cartina al tornasole saranno le elezioni per il Comune di Verona, amministrazione guidata guarda caso dal ‘ribelle’ Flavio Tosi: se la Lega andrà da sola la rottura sarà totale.


Nel partito di Berlusconi il distacco con l’alleato storico viene vissuto con apprensione soprattutto al Nord ma non manca chi invece vi legge un’opportunità per aprirsi al centro. Tra questi c’e’ l’ex ministro Franco Frattini che chiede apertamente ‘’un patto fondativo con l’Udc con l’obiettivo di arrivare alla costruzione del Ppe in Italia’’. Quanto ad accordi con la Lega, spiega, ‘’si vedrà prima delle elezioni’’.

Per ora le strade divergono.
I ‘padani’ hanno abbandonato Roma al suo destino, nella convinzione di farvi ritorno da vincitori dopo ‘’i disastri’’ del governo Monti. Ora – è la parola d’ordine – ci si deve concentrare sul territorio. Dopo aver ottenuto le presidenze di Piemonte e Veneto, puntano a ‘conquistare’ anche la Lombardia. Nel Carroccio nessuno immagina di poter battere l’attuale schieramento guidato da Roberto Formigoni e così si sta provando a mettere le basi per una collaborazione proficua per entrambi.

Il governatore lombardo ha avuto il privilegio di essere stato ricevuto in via Bellerio la scorsa settimana: nessuno era mai stati invitato nel quartier generale della Lega, neanche Silvio Berlusconi. Sul territorio, però, la strategia ‘padana’ è più aggressiva: si studia l’ipotesi di allestire liste civiche locali di appoggio alla Lega nelle quali far confluire i voti dei pidiellini delusi dal governo Monti. Votanti, insomma, che non darebbero la loro preferenza alla Lega ma che sono pronti a punire il Popolo della Libertà per l’appoggio dato a Monti. Bossi e Berlusconi osservano gli schieramenti in campo e muovono le proprie pedine nel timore di essere disarcionati dalla guida dei propri partiti dalle ambizioni dei giovani emergenti.

Il Cavaliere alle prese con le lamentele dei suoi teme l’aggressività dei lumbard ma, in segreto, punta a ricucire con il senatur quando sarà necessario. D’altronde, ha spiegato più volte, senza il Pdl la Lega non può immaginare di governare.


Da Bossi giudizio utilitaristico


ROMA – “Il 2013 è ancora lontano, a meno di scivolate clamorose del governo Monti. Da qui ad allora molta acqua passerà sotto i ponti e il quadro politico ne uscirà mutato in profondità ma non sconvolto come sperano alcuni o temono altri.

Voglio dire che l’alleanza fra il PdL e la Lega non è affatto archiviata se non nel giudizio utilitaristico di Bossi’’.

Lo afferma il deputato del Pdl Osvaldo Napoli in una nota. “Aspettiamo le prossime amministrative – aggiunge – per dare un giudizio più approfondito’’.