Tradizioni religiose e laiche

ROMA- Tante sono le tradizioni che vivono nel periodo natalizio, sia religiose che laiche. Tra quelle religiose per eccellenza abbiamo la Veglia di Natale, per aspettare la mezzanotte, salutare la nascita di Gesù Bambino e partecipare alla Santa Messa.

Altra importante usanza è il Presepio, nata nel 1223 a Greccio per opera di San Francesco che ne realizzò la prima versione vivente. Questo è poi diventato un vero e proprio rito in ogni famiglia, la riproduzione con le statuine della Natività può limitarsi alla sola grotta o capanna o essere anche molto imponente con case, alberi e personaggi che creano un contorno scenico di vita popolare.

Invece l’albero di Natale nasce da una tradizione pagana, l’emblema dello Yule, festa celtica degli alberi che cadeva nel solstizio d’inverno, usanza quindi del nord Europa che fu introdotta in Italia dagli Austriaci.
La tradizione di scambiarsi i regali nasce da Babbo Natale ossia San Nicola.

Vescovo di Myra, odierna Turchia, si narra che esortò i parroci della diocesi a recarsi dai bambini bloccati in casa dal freddo dell’inverno per trasmettere loro la parola di Cristo. In quest’occasione portavano loro anche dei regali e arrivavano con le slitte, non trainate dalle renne, bensì da cani.

In America arrivò con gli emigranti olandesi e divenne Santa Claus. Fu nel 1860 che il caricaturista americano Thomas Nast, diede l’aspetto che conosciamo a Babbo Natale con il vestito rosso e bianco, slitta con le renne e la casa al Polo Nord.

Fu però la Coca Cola, nel 1931, che lo scelse come immagine natalizia e lo rese famoso in tutto il mondo.
Il Natale è la festa dell’anno più sentita, il momento di ritrovo delle famiglie anche con i propri cari che vivono lontano ed è tradizione gustare i piatti più ricchi e golosi, molti dei quali riservati solo a quest’occasione.

E’ impensabile tenersi a dieta in questi giorni ma, se il banchettare non ci vuol fare lievitare i chili addosso, è bene riuscire a contenerci nel mangiare per il periodo che precede i cenoni e i gran pranzi ricchi di salse, fritti, dolci e non dimentichiamoci poi dei brindisi!

Cerchiamo di non assumere calorie e grassi inutili (dolci, bibite gassate, alcool, salatini, fritti) per essere liberi di gustarci le saporite ricette della tradizione.

Provate a cucinare applicando quelle che sono un po’ le regole della mia cucina salutare.

Limitiamo i soffritti e in caso alleggeriamoli con acqua e olio, stiamo attenti al sale, non esageriamo con l’olio e, ove è necessario, di burro, friggiamo solo con la farina senza ripassare nell’uovo.

Per i dolci riduciamo la dose di zucchero delle ricette e non imburriamo gli stampi ma foderiamoli con la carta forno, ricordiamoci del grande aiuto della marmellata e del cioccolato senza zucchero che ci permette di cucinare dolci molto meno calorici.

Se abbiamo la cena ricca a pranzo mangiamo verdure, frutta, legumi, ci sazia e ci aiuta a sostenere il pranzo più pesante che ci aspetta. Beviamo comunque molta acqua per depurare l’organismo e cerchiamo di fare qualche passeggiata in più, ci eviterà diete drastiche dopo feste! Auguri di Buon Natale a tutti Voi!

CONSIGLI PER VOI:

1) Per tenere in caldo il fritto mettetelo in teglia nel forno tiepido.

2) Per bagnare il pollo, al posto del vino, potete usare il pompelmo.

3) Per affettare molto sottile un arrosto senza che si rompa, quando si è raffreddato, mettetelo per mezz’ora nel congelatore.

4) Per evitare che i canditi finiscano tutti in fondo ad una torta, li dovete infarinare, mettetene una metà nella pasta e metà sopra il dolce.

Mariella Tallari

La cultura del vino: Spumante o Champagne?

Siamo in tema natalizio e le bollicine, grande patrimonio dell’enologia e del gusto rappresentano non solo la sublimazione del piacere organolettico, ma anche tutto ciò che il connubio uomo – territorio può dare, e quindi con orgoglio si può affermare, che se i nostri amati cugini francesi hanno a disposizione un territorio unico per la produzione delle grandi bollicine, i grandi uomini del vino spumante li abbiamo noi. Perché è molto più arduo produrre un grande vino spumante in casa nostra, che non disponiamo di quello straordinario patrimonio ambientale che madre natura ha voluto donare alla Francia. Fatta questa piccola ma doverosa premessa, passo a sottolineare alcune tra le tantissime realtà spumantistiche del nostro territorio, come la straordinaria cuveé di Bellavista, prodotto in Lombardia, spumante con personalità tesa all’esaltazione del carattere distintivo di una piccola porzione di territorio, che è in Erbusco provincia di Brescia, cuore della Franciacorta. Prodotto di grande complessità, alla flute si apprezza l’estrema finezza del perlage, indicatore qualitativo di estrema importanza, frutto di lunga rifermentazione, di avvolgente mineralità e piacevolezza, conferita dall’anidride carbonica, composta in modo da costituire elemento di morbidezza e sapidità. Ed è proprio in tutti questi elementi, che vi è un grande richiamo alla zona, che solo decenni di fusione tra la sua terra , il clima e il lavoro dell’uomo, possono generare un prodotto così emozionante. Gradevole come aperitivo, si accompagna bene a pasti soprattutto a base di pesce. Da servire in una flute a una temperatura di servizio tra gli 8 e 10 °C. L’altra grande realtà è il Carpené Malvolti di Conegliano Veneto provincia di Treviso (distribuito in Venezuela da Alnova), dal colore giallo paglierino, bouquet elegante, con sentore di crosta di pane, frutta esotica, perlage vivace e fine. Piacevole gustarlo come aperitivo in questi giorni di festa , in compagnia di amici e parenti, ideale con frutti di mare e pesce. Temperatura di servizio 6 – 8 °C. Potrei ancora citare tantissime altre realtà spumantistiche italiane, ma quelli appena descritti sono sufficienti per festeggiare l’arrivo di un frizzante anno nuovo, all’insegna di tantissime bollicine tricolore. E in questo clima di festa, che colgo l’occasione per presentare un messaggio di Auguri a tutto il Venezuela, e in modo particolare ed affettuoso alla comunità italiana.

Giuseppe Gaggia