Monti: «Sono qui per la paralisi politica»

ROMA – Mario Monti difende a spada tratta la manovra ‘’dura ma equa’’, il decreto ‘salva-Italia’ ( ‘’che non è retorica ma realta’’) dell’Esecutivo. Una manovra resa ancora più equa – dice- dopo i suggerimenti venuti dalla Camera che il governo ha accettato. Ma, parlando davanti alla commissione Bilancio e finanze della Camera, si toglie anche più di un sassolino replicando con forza a qualche critica, piovutagli durante il dibattito parlamentare, chiarendo di non essersi mai candidato per un governo tecnico. Definisce parole ‘sacrosante’ quelle di chi afferma che non servivano i ‘professori’ per decidere queste misure. E’ tutto vero- prosegue ‘SuperMario’-anche se i veti incrociati dei partiti, la ‘paralisi’ della politica, hanno portato a questa soluzione. Da qui la speranza che torni presto il tempo in cui gli ‘’eletti’’ sappiano guardare alle cose che servono al futuro del paese’’.


Il primo dei ‘professori’ lancia inoltre qualche stilettata al precedente governo sottolineando come l’Italia abbia perso eccessiva sovranità perchè si è messa in una posizione di debolezza rispetto ad altri paesi europei’.


– Se fossi stato nel Governo – ha sottolineato – non sarei stato lieto di vedere un comunicato del Presidente francese che ci diceva cosa dovevamo fare. Non sarei stato lieto di ricevere una lettera firmata dai banchieri centrali (con riferimento alla missiva inviata nell’estate al vecchio esecutivo dall’allora governatore della Bce, Jean Claude Trichet, e da quello entrante, Mario Draghi).


Il premier ribadisce che c’era ‘’l’estrema urgenza’’ di varare misure adeguate a fronteggiare la ‘’grave situazione’’ in cui è venuta a trovarsi l’Italia. Ma l’impellenza di intervenire, tiene a dire Monti, non significa che a pagare saranno ‘’i soliti noti’’. Dirlo, per il premier, significa indugiare in un ‘’luogo comune’’.


– A pagare – dice Monti – non saranno i soliti noti. Nel fare una manovra in pochi giorni, abbiamo individuato una nuova materia su cui intervenire: pagheranno dei ‘nuovi noti’ e in questo modo potremo tassare di meno le imprese e il lavoro, come si conviene a un’economia che vuole tornare a crescere.


A chi faceva il tifo per la patrimoniale, Monti dà una spiegazione articolata sulla scelta fatta dal governo.
– Non avevamo un tabù su questo – sostiene – , e per questo abbiamo chiesto ai nostri tecnici se era possibile tassare la ricchezza familiare a patire dai grandi patrimoni. Ci è stato risposto che avremmo potuto farlo solo dopo due anni di intenso lavoro per individuare le ricchezze, provocando nel frattempo una fuga di capitali. Insomma – è la sua conclusione -, intervenendo subito avremmo abbaiato, ma non morso.


Ma se si guarda con attenzione alla sostanza dei provvedimenti sui beni di lusso (auto di grande cilindrata, imbarcazioni, aerei) si scopre che una specie di patrimoniale è stata adottata.


– Abbiamo realizzato la patrimoniale possibile per l’Italia in questa fase – sostiene il premier. A chi gli rimprovera invece un eccesso di durezza degli interventi, Monti risponde invitando a considerare la drammaticità della situazione.


– L’alternativa – sostiene il premier – era l’avvitamento della crisi del debito sovrano che porterebbe non alla recessione ma alla distruzione del patrimonio degli italiani e all’evaporazione dei redditi.


Le misure prese, invece, spingono Monti a dire di essere fiducioso sul fatto che i mercati ‘’reagiranno positivamente’’. Monti difende le scelte compiute sulla lotta al’evasione fiscale: tratteggia un fisco ‘’no repressivo ma amico’’, basato sulla convenienza a dichiarare il vero. Con le correzioni partorite alla Camera, la manovra , secondo Monti, ha ulteriormente aumentato il suo tasso di equità. Il premier cita gli sconti sul’Ici legati al numero dei figli . Ma anche la scelta di consentire l’adeguamento all’inflazione per le pensioni fino a 1400 euro: il blocco , sottolinea, ‘’non riguarderà la maggior parte dei pensionati’’ e sarà compensata dalla tassazione sui capitali scudati. Dopo le misure di contenimento, Monti rilancia sullo sviluppo partendo dal Sud e commenta positivamente il primo ‘grimaldello’ per le liberalizzazioni posto dal governo.