Confindustria, Italia in recessione ma fiducia: ripresa dalla primavera

ROMA – Con dodici mesi di buio per la crescita, con il Pil in flessione già dalla seconda metà di quest’anno, l’Italia affronta la quinta recessione dal 1980. Le stime degli economisti di Confindustria certificano un crollo del prodotto interno ritoccando al ribasso le stime per l’anno che sta per chiudersi (dal +0,7 al +0,5%) e tagliando drasticamente le previsioni per il 2012, dal + 0,2% previsto appena lo scorso settembre ad un tonfo del -1,6% stimato oggi. Allarme condiviso da Confindustria e Governo, anche per l’impatto durissimo sull’occupazione: 800mila occupati in meno a fine 2013 rispetto a inizio crisi, 219mila nel biennio 2012-2013, e un tasso di disoccupazione al 9% a fine 2012, stima il centro studi di Confindustria.


La leader degli industriali Emma Marcegaglia parla di dati ‘’conservatori’’, per il Pil ‘’potrebbe anche andare peggio’’ dice, ma Confindustria crede nel ‘’lieto fine’’: una ripresa già dalla ‘’tarda primavera 2012’’ è ‘’l’esito più probabile’’ per il centro studi di via dell’Astronomia. Che però avverte: l’alternativa sarebbe uno scenario da incubo, con il dissolvimento dell’euro, fallimento di migliaia di imprese e decine di banche, milioni di posti lavoro persi, perfino la Germania tra i Paesi a rischio insolvenza.


Allarme e fiducia anche nelle parole del ‘superministro’ dello Sviluppo, Corrado Passera: ‘’la situazione è anche peggio di quello che ci aspettavamo. Siamo in recessione: guardiamo i numeri, ci siamo dentro’’; E sul fronte del lavoro c’è ‘’una condizione ai limiti della sostenibilità’’. Ma ‘’dobbiamo e possiamo uscirne: l’Italia ha le basi per parlare di crescita’’: il Governo lavorerà per sostenere lo sviluppo, garantisce Passera, perchè senza crescita anche gli altri due pilastri dell’azione dell’Esecutivo, rigore e equità, diventerebbero ‘’irraggiungibili’’.


Da Berlino, il presidente della Bce Mario Draghi avverte: ‘per l’economia di Eurolandia esistono rischi sostanziali al ribasso’’: e aggiunge:


-Dobbiamo ricostruire la fiducia e lo stiamo facendo.


Prove di rimbalzo sui mercati finanziari, con le Borse Europee che hanno poi ripiegato per chiudere comunque in rialzo ma sotto i minimi di giornata. +1,37% a Piazza Affari. Mentre lo spread tra i titoli di Stato italiani ed il benchmark tedesco, che misura la fiducia degli investitori sul nostro Paese, dopo una impennata fino a tornare a sfiorare soglia 500 è migliorato per chiudere in calo a 462 punti. Sul fronte dei conti pubblici, il debito pubblico italiano ad ottobre è aumentato, in un solo mese, di oltre 25 miliardi (+1,3%; +2,3% da ottobre 2010, +3,6% per un valore di oltre 66 miliardi da inizio anno). Deboli le entrate tributarie, che nel periodo gennaio-ottobre sono inferiori dell’1,3% rispetto alle previsioni. Sulla crescita pesano gli effetti restrittivi di una manovra, sbilanciata sulle tasse, per l’88,6% della correzione nel 2012, calcola Confindustria. Ma l’intervento del governo rende ‘’più credibili’’ gli obiettivi di risanamento. Così Emma Marcegaglia rilancia l’allarme pressione fiscale: con i livelli record stimati dagli economisti del Csc (al 45,5% del Pil tra due anni, oltre il 54% quella effettiva che esclude il sommerso) ‘’non è sostenibile nel lungo periodo’’. Comunque la manovra ‘’è assolutamente indispensabile’’.


– Senza questa manovra ci sarebbero state discontinuità nella capacità dello Stato di fare fronte ai propri impegni – dice il premier Mario Monti commentando lo scenario disegnato da Confindustria -. L’alternativa non è la vita senza quei sacrifici ma la vita con sacrifici molto più gravi.


Sbagliato limitarsi a pesare l’effetto della manovra sulla crescita, perchè ‘’non si riduce a sottrarre una percentuale al Pil’’, dice Monti. E Confindustria conferma: chi pensa solo che nei prossimi mesi avremmo avuto più Pil non considera che sarebbe stato in ‘’un percorso pre-fallimentare’’.