Affonda nave da crociera, 3 morti e 17 dispersi. 5 venezolani a bordo

GIGLIO – Sono tutti a salvo i cinque venezolani, parte dell’equipaggio della nave Costa Concordia naufragata a pochi metri dall’isola di Giglio con più di 4 mila passeggeri a bordo. Ora, dopo più di 24 ore dalla tragedia, è corsa contro il tempo per cercare coloro che ancora mancano all’appello e che possono trovarsi sulla Costa Concordia, naufragata venerdì sera davanti all’Isola del Giglio. Secondo il presidente della regione Toscana, Enrico Rossi, ”verifiche incrociate stanno riducendo il numero delle persone disperse. Nell’ultima riunione mi hanno comunicato che all’appello mancherebbero 11 passeggeri e 6 membri dell’equipaggio”.


Intanto il capitano Francesco Schettino è stato fermato per pericolo di fuga e possibile inquinamento delle prove. Stamattina due giapponesi, un uomo e una donna, che erano sul traghetto, si sono presentati, in un commissariato di polizia a Roma, sani e salvi. I due giapponesi, ha spiegato il prefetto di Grosseto, si sono presentati con altri due connazionali: evidentemente ieri erano riusciti a salire a bordo dei pullman senza essere identificati, come invece era stato fatto per i loro compagni di viaggio.


Stanno bene ed hanno già lasciato l’ospedale di Orbetello alla volta di Roma due sposini coreani di 29 anni, in luna di miele. La coppia è stata tratta in salvo nella notte all’interno della nave. Erano intrappolati nella loro cabina. Il lavoro senza sosta dei vigili del fuoco ha permesso di raggiungere sulla nave, verso le 9,40, anche una terza persona. E’ un membro dell’equipaggio ed è il capo commissario di Bordo Marrico Giampetroni, bloccato sul ponte 3 della nave. Secondo quanto si è appreso, il commissario di Bordo è stato rintracciato seguendo i rumori che sono stati avvertiti dai Vigili del Fuoco mentre ispezionavano la nave. L’area in cui si trovava il superstite è in parte allagata e corrisponderebbe alla parte della nave che si trova al livello dell’acqua del mare. La presenza di materiali pericolanti ha reso particolarmente difficile l’operazione e ha contribuito a ritardare il salvataggio.


Nell’ispezione si procede anche facendo un confronto fra l’elenco dei nominativi e delle rispettive assegnazioni delle cabine, rispetto ai presunti dispersi di cui si ha conoscenza in questo momento. Le vittime accertate restano tre, due turisti francesi e un marinaio peruviano. Ieri sera la procura di Grosseto ha arrestato il comandante della Concordia, Francesco Schettino.


Pericolo di fuga e possibile inquinamento delle prove sono i due motivi per cui la Procura di Grosseto ha deciso il fermo di polizia giudiziaria per il capitano Schettino, comandante della nave Costa Concordia nel naufragio all’isola del Giglio. E’ quanto riferisce il difensore, avv. Giulio Leporatti.


Sulla nave si erano imbarcate complessivamente 4.234 persone.


E’ dello scorso agosto una e-mail del sindaco dell’Isola del Giglio. ”Non potevo esimermi dall’inviarLe un messaggio di compiacimento a nome di tutta la nostra comunità, compresi i graditi ospiti turisti, omaggiati da questo importante evento”, scriveva il sindaco Sergio Ortelli il 9 agosto scorso all’allora comandante della Concordia Massimo Callisto Garbarino. L’email è stata pubblicata sul sito Giglio News. Ma il sindaco ora precisa che il saluto ”non è una prassi”.

Il racconto della giornalista dell’Adnkronos

”Sembrava di essere sul Titanic, non potevamo credere ai nostri occhi”. E’ quanto racconta la giornalista dell’Adnkronos, Patrizia Perilli, a bordo della nave crociera ‘Costa Concordia’, che si è incagliata nelle secche di Punta Gabbianara all’Isola del Giglio (Grosseto).


”Siamo scesi con grande difficoltà dalla nave – spiega – ci hanno fatto uscire dalla parte opposta a quella che stava affondando. La nave era troppo vicina alla costa, anche i residenti se ne sono accorti. Per questo dopo l’incidente sono arrivati subito in nostro soccorso”.


”A bordo c’erano molti bambini e anziani – racconta ancora – Quando c’è stato l’incidente, la gente è entrata nel panico. Correvano tutti per la nave cercando di ritrovare i propri parenti. Alcuni urlavano, altri piangevano disperati e terrorizzati. E’ stato un inferno”.


”Quando la nave si è incagliata, ci hanno fatto mettere il salvagente e ci spostavano per farci scendere – prosegue – ma la nave era inclinata e noi scivolavamo verso il basso. Tutti urlavano. E’ stato terribile”.