Le speranze riposte sulla Baldetti prima vicepresidente donna

CITTÀ DEL GUATEMALA – Le organizzazioni femministe del Guatemala ripongono le loro speranze su Roxana Baldetti, la prima donna eletta vicepresidente del Guatemala, per incrementare la partecipazione femminile nella politica.


Baldetti, 49 anni, ha appena iniziato il suo mandato insieme al nuovo presidente eletto lo scorso novembre, l’ex generale Otto Pérez Molina, candidato della formazione di destra Partido Patriota.


Baldetti è riuscita nell’impresa di essere la prima donna ad accedere al potere esecutivo, una responsabilità che la pone di fronte ad enormi sfide e compromessi. “Speriamo che svolga bene il suo compito, così potremo aspirare ad una presidente della Repubblica”, ha dichiarato Miriam Ordóñez, sindaco di San Cristóbal Acasaguastlán. “Deve affrontare un’enorme sfida: far sì che le donne vengano rivalorizzate e che non siano più escluse come è avvenuto fino ad oggi, e credo che lei possa riuscirci”, ha sottolineato.
Dalle cifre emerge che la partecipazione politica delle donne in Guatemala è attualmente molto limitata. Solo 7 dei 333 sindaci sono donne. Dei 158 seggi parlamentari, solo 18 sono attualmente occupati da deputate e saliranno a 19 nel prossimo mandato. Di questi, solo 4 seggi sono occupati da donne indigene. “Le donne rappresentano appena il 5,5 per cento delle cariche elettive, ossia 27 dei 493 posti disponibili”, incluse le cariche di presidente, vicepresidente, sindaco e consigliere, secondo un rapporto sulle elezioni del 2011 dell’Ufficio del Difensore Civico.


“Non vi sono pari opportunità nell’accesso alle cariche pubbliche, e questa è un’ingiustizia in qualunque sistema democratico partecipativo”, si legge nello studio, basato su dati forniti dal Tribunale Supremo Elettorale.


Perciò, si hanno molte aspettative sul ruolo della vicepresidente nella promozione dell’avanzamento delle donne in diversi settori, tra cui l’istruzione. “Molte donne non hanno potuto ricevere un’istruzione, e questo limita la loro conoscenza e autostima, perciò è fondamentale affrontare questa e altre questioni lavorando insieme alle organizzazioni femministe”, sostiene Ordóñez. Servono progetti che sostengano le donne nelle attività produttive, per aumentare il reddito e migliorare la qualità della vita, “ma senza che ci siano interessi politici”, ha dichiarato l’attivista indigena Hortencia Simón, dell’ Associazione Politica di Donne Maya (Moloj).