S&P taglia rating Efsf. Draghi: «Situazione gravissima»

BRUXELLES – Nuovo schiaffo dell’agenzia di rating Standard&Poor’s che ha declassato il Fondo salva stati Efsf della Ue, dalla tripla A a AA+. La decisione è legata all’ondata di downgrade di venerdì scorso che ha colpito ben nove paesi della zona euro, tra cui Francia e Austria, soci importanti dell’Efsf, ed arriva mentre il governatore della Bce Mario Draghi lancia un nuovo allarme sulla tenuta della zona dell’euro.


– Siamo in una situazione gravissima – ha detto Draghi nelle vesti di presidente dell’autorità europea per i rischi sistemici in audizione davanti alla commissione parlamentare economico-finanziaria. L’ex governatore Trichet, ha ricordato Draghi, aveva parlato di ‘dimensioni sistemiche’ della crisi, ma ‘’da allora la situazione è peggiorata’’, ha ammonito Draghi.


– E’ ‘vitale perciò – ha detto -che le decisioni prese dai leader europei siano attuate tempestivamente e completamente.


Draghi. «Ridimensionare il peso delle agenzie di rating»


STRASBURGO – La ‘’cosa migliore da fare’’ è quella di ‘’imparare a vivere senza ‘’le agenzie di rating, oppure ‘’non affidandosi meccanicamente ai loro giudizi’’. Il presidente della Bce Mario Draghi non ha dubbi: nel settore dei rating ‘’non c’è concorrenza’’ e qualsiasi cosa si farà per porre rimedio a questa situazione è ‘’positiva’’ e benvenuta. Nell’intervento davanti alla commissione per gli affari economici del Parlamento Ue Draghi, sollecitato dalle domande degli eurodeputati sul ‘ciclone’ declassamenti innescato da Standard & Poor’s – da ultimo con il taglio del rating sull’Efsf – ha sottolineato che ‘’l’immagine e la reputazione’’ di queste agenzie è stata ‘’gravente danneggiata’’ durante la crisi. Alla luce di queste considerazione anche la Bce, in quanto ente di regolamentazione, ‘’dovrebbe procedere senza rating o consideradolo solo unàltra fonte di informazione’’ tra le tante disponibili.


Il presidente della Bce, che ha parlato per la prima volta a Strasburgo nella veste di presidente del Comitato europeo per il rischio sistemico mantenendo sempre la calma e la pacatezza proprie del banchiere centrale, è tornato anche a criticare gli aumenti di capitale richieste dall’Eba alle banche europee, e in particolare a quelle italiane.


– Esercizio dell’Eba non è sbagliato in se stesso – ha detto.


Piuttosto è il contesto in cui è stato realizzato che secondo Draghi presenta importanti carenze. In particolare, il presidente della Bce, ha sottolineato che l’operazione è stata eseguita senza che il fondo salva Stati Efsf potesse intervenire sui mercati per acquistare i titoli dei debiti sovrani sottoposti alle pressioni dei mercati. La conseguenza è stata che questi stessi titoli sono stati valutati a prezzi ‘drogati’ da questa situazione. Un situazione davanti alla quale la Bce, la scorsa settimana, ha triplicato gli acquisti di titoli di Stato dell’area euro, portandoli a 3,77 miliardi dagli 1,1 miliardi dei sette giorni precedenti. Dal maggio 2010, secondo i dati diffusi ieri, la Banca centrale europea, ha acquistato 217 miliardi di titoli pubblici. Per uscira dalla crisi tocca ora ai governi agire traducendo in realtà le decisioni assunte. Innanzi tutto arrivando al varo del Patto di bilancio perchè questa è, ha concluso Draghi, una condizione fondamentale affinchè la Bce possa fare tutto quanto il necessario per difendere la stabilità dell’eurozona.


Intanto, per Draghi, sul fronte Efsf due sono le cose che restano da fare dopo che S&P gli ha tolto la tripla A: o ridurre i prestiti ai Paesi sotto attacco e aumentarne i costi oppure i Paesi che hanno conservato la tripla A (e solo la Germania tra i grandi è in questa condizione) dovranno incrementare il loro contributo.


La mossa di S&P scontata dai mercati
ROMA – Se c’è qualcuno che specula al ribasso sui titoli dell’eurozona ieri non gli è andata bene. Dopo il downgrade deciso di venerdì 13, con un timing che sembra fatto apposta per compiacere i superstiziosi, è arrivata la risposta dai mercati: serena indifferenza. Borse in rialzo, spread in leggero miglioramento (con la sola eccezione del Portogallo), buon risultato dell’asta dei titoli francesi con rendimenti persino in calo. Se venerdì scorso S&P ha dato una ‘’sberla’’ all’eurozona ‘’ ieri sono stati i mercati a dare una sberla a Standard & Poor’s e alle agenzie di rating’’ dice un analista che però preferisce restare anonimo.


Chiudono quasi tutte in positivo le borse europee (in calo solo Lisbona, Madrid stabile) con Milano a far da reginetta (+1,4%) e persino Atene porta l’indice Ftse/Ase 20 a +93%. Da più parti si osserva che in parte l’effetto downgrade era già stato digerito dai listini. E’ infatti dal 5 dicembre che si sapeva della messa sotto osservazione di 15 paesi dell’eurozona. Ma l’effetto sconto, secondo l’analista, spiega solo in parte il risultato rassicurante di oggi.


– I mercati stanno dando più peso ai fatti – afferma.


Dalle misure prese dal governo, all’approvazione del cancelliere Merkel per l’impegno italiano e soprattutto l’esito delle aste dei titoli pubblici.


– Sono le aste – dice – il vero banco di prova, non i report delle agenzie. Ormai il mercato sta cominciando ad accogliere i giudizi delle agenzie di rating alla stregua di una dichiarazione di Soros – prosegue l’analista.
Qualcosa sembra essere cambiato dall’inizio dell’anno e i mercati cominciano a guardare con scetticismo a queste signore che guastano sempre la festa appena comincia. E’ successo anche venerdì. Lo spread fra Btp e Bund era sceso fino a 463 punti, l’asta del Tesoro era andata molto bene con i rendimenti dei Btp a 3 anni scesi al 4,83% dal 5,62%, poi tutto è andato perduto man mano che si rincorrevano le voci del downgrade su ‘’alcuni’’ paesi dell’eurozona fra cui Francia, Italia, Austria e Spagna. Agli ambienti finanziari è infatti piaciuto molto poco il modo come venerdì la notizia del downgrade e trapelata.


– E’ francamente strano che una notizia così importante venga data ufficialmente a borse chiuse, ma fatta ampiamente trapelare attraverso le agenzie di stampa e voci al limite dell’aggiotaggio e dell’insider training – prosegue l’analista.