Libia, verso una (qualche) forma di sharia

TRIPOLI – “Sharia significa vivere in piena armonia con la legge di Dio, e questa è la cosa più naturale per un musulmano”, spiega Ibrahim Mashdoub, imam di una moschea nel centro storico di Tripoli. Ma di fronte a domande più specifiche, esita: “Le donne dovrebbero coprirsi il capo? Ai ladri verranno tagliate le mani?…”.
“Che tipo di sharia sceglieremo? Quella Pakistana? Quella indonesiana? O magari quella dell’Iran?”, si chiede Wail Mohammed, traduttore verso l’inglese, ora disoccupato.


Ma i leader, come lo sceicco Omar Mukhtar, alta autorità militare, hanno già fatto la loro scelta. “Tutti i libici vogliono una sharia come quella del Qatar o degli Emirati Arabi Uniti. Darebbe al paese la coesione di cui ha bisogno dopo la guerra”, dice il capo tribale e militare, echeggiando i discorsi dei leader del Consiglio nazionale di transizione.


È indubbio che la sharia del Qatar -dove le donne guidano auto e dove bere alcol è tollerato entro certi limiti- sembra essere la più popolare tra i libici. Ma molti sono contrari ad una futura costituzione radicata nel Corano. “Il Cnt sta criminalizzando chi di noi non è religioso”, dice Abdullah Zlitani, eminente avvocato. “Stanno cercando di convincere la popolazione che una costituzione non islamica proibirà le pratiche religiose e favorirà la prostituzione – è scandaloso”.


Non sono solo i libici atei o agnostici come Zlitani ad auspicarsi la separazione tra stato e religione. Fathi Buzakhar è un musulmano che guida il Congresso degli Amazigh di Libia, organizzazione creata per tutelare i diritti della più ampia minoranza libica. “La separazione tra religione e politica è fondamentale per costruire uno stato democratico”, dice Buzakhar. La bozza di costituzione diffusa ad agosto non riconosce il suo popolo né la loro lingua, osserva.


Le donne libiche sembrano temere di più l’indefinita ma quasi inevitabile sharia. Molte si chiedono se dovranno “condividere” i loro mariti, dopo le controverse dichiarazioni del presidente del Cnt Mustafa Abduljalil sulla legalizzazione della poligamia. “Abduljalil ripete continuamente che la Libia adotterà la sharia, ma questa è una decisione che dovrebbe essere presa dal popolo libico in modo democratico”, sostiene Asma Hassan, attivista per i diritti civili di Tripoli.


Esistono così tante versioni della sharia e interpretazioni parziali del Corano, spiega. “Ciò che il libro sacro dice letteralmente è che puoi sposare 2, 3 o anche 4 donne, ma poi aggiunge che ‘non sarebbe la cosa giusta’. Sembra che la maggioranza abbia deciso di non prendere in considerazione la seconda riga”.