Concordia, recuperato il 13esimo corpo Gabrielli: “Forse clandestini a bordo”

GIGLIO – Ancora un corpo di donna senza vita restituito dal ventre della Costa Concordia. A trovarlo, nella parte di poppa della nave, sono stati ieri i sommozzatori. Si tratta della tredicesima vittima, ancora senza identità. Anche lei, come la naufraga trovata di sabato, ha ceduto alla forza del mare con in dosso il giubbotto salvagente. Le ricerche a bordo della Costa Concordia sono ripartite dopo che nella notte di sabato un movimento dello scafo, il cui contatto con gli scogli si riduce di ora in ora, aveva portato a un’evacuazione dei soccorritori dalla nave e a uno stop delle ispezioni.


Difficile risulta ormai anche fare un conteggio dei dispersi. Secondo quanto riferito dal capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, “a bordo della Costa Concordia potrebbero esserci stati dei clandestini”.
A far emergere la questione sarebbe stato il ritrovamento del corpo di una donna ungherese il cui nome non compare nella lista dei passeggeri. I familiari della donna assicurano che la vittima si trovava sulla nave ospite di un membro dell’equipaggio.


– Allo stato (prima del ritrovamento della 13esima vittima, ndr) abbiamo 12 cadaveri, 8 identificati e 4 non identificati – ha spiegato Gabrielli – ma non abbiamo certezza che le 4 persone non identificate fossero presenti nella lista dei passeggeri. Stiamo cercando di comprendere la vicenda di una cittadina ungherese – ha spiegato – Dal punto di vista formale, al momento le autorità ungheresi non hanno reclamato nulla ma i familiari asseriscono si trovasse sulla nave. Ovviamente questa persona non risulta nella lista dei passeggeri e potrebbe, come ipotesi non tanto peregrina, essere la donna che è stata ritrovata ieri. Per questo – ha concluso – vi chiedo di non fare operazioni di sottrazioni matematiche automatiche.
All’identificazione dei cadaveri sta lavorando la polizia scientifica che, nell’ospedale di Grosseto, sta effettuando una serie di esami compreso quello del Dna. Per i dispersi stranieri, tramite l’Interpool i risultati vengono poi raffrontati con i profili dei familiari all’estero.


Intanto i pm di Grosseto che conducono l’inchiesta sul naufragio stanno cercando il pc portatile che il comandante Francesco Schettino portò fuori dalla nave nella notte del naufragio.


I pm di Grosseto hanno identificato, ma non ancora individuato, la misteriosa donna bionda che pochi istanti prima del fermo del comandante, prese in consegna la sacca contenente il pc portatile. A quanto si apprende, la consegna del computer è avvenuta nell’albergo dell’Isola del Giglio in cui Schettino si era rifugiato. Secondo quanto appreso, la donna sarebbe un avvocato, anche se non è chiaro se della Costa Crociere oppure se un libero professionista i cui rapporti con le parti in causa sono ancora da appurare. I pm vogliono esaminare il pc anche perché, considerando la fretta con cui è stato ‘passato di mano’ ipotizzano che possa contenere dati importanti.


Altro capitolo dell’inchiesta riguarda la scatola nera. Se venisse confermato che quella a bordo della Concordia era rotta da 15 giorni, anche l’armatore di Costa verrebbe coinvolto nell’inchiesta. La scatola nera infatti, viene fatto osservare, deve essere sempre mantenuta in buono stato e, se rotta, deve essere riparata.


Schettino durante l’interrogatorio di garanzia avrebbe rivelato ai magistrati che il back-up del sistema Vdr (Voice data recorder) era guasto, a bordo lo sapevano e avevano anche chiesto al tecnico di aggiustarlo. Se tutti i dati fossero stati persi, l’inchiesta si complicherebbe perché mancherebbero elementi importanti per ricostruire l’accaduto.