Un pari senza emozioni al Sant’Elia

CAGLIARI – Bene in difesa, male in attacco. Tutti e due: tra Cagliari e Fiorentina, secondo logica, termina zero a zero. E alla fine il girone di andata non può far altro che incoronare entrambe regine delle gare senza reti: a rossoblù e viola è già successo cinque volte.


Terribile il secondo tempo: zero a zero anche in fatto di tiri in porta o occasioni da rete. Come se le due squadre fossero andate sotto la doccia nel canonico orario di chiusura delle partite delle 15 e non fossero più in campo. Già, perché la partita è iniziata con mezz’ora di ritardo per le manifestazioni degli operai Alcoa, industria del Sulcis Iglesiente che, dopo l’annuncio di chiusura da parte dei vertici della multinazionale statunitense, ha fatto esplodere la protesta degli operai davanti all’hotel che ospitava i viola e al centro sportivo di Assemini del Cagliari. Nessuna battaglia, per carità: sit in pacifici che come unico obiettivo avevano quello di sollevare la questione Alcoa, mille buste paga in pericolo, a livello nazionale, senza contare l’indotto. Un fuori programma che ha fatto slittare il fischio di avvio di trenta minuti. Ma che a livello mentale non ha sicuramente scombussolato più di tanto le due squadre. Fatto sta che si è vista un po’ di partita soltanto nel primo tempo. Quando il Cagliari è andato decisamente meglio di una Fiorentina che sembrava già impaurita di suo dopo la sconfitta in casa con il Lecce. E che all’ultimo momento – ma il forfait era nell’aria – ha dovuto fare a meno della sua stella Jovetic. Il gol del Cagliari sarebbe stato il più classico dei colpi di grazia. Che però non c’é stato. Un pò perché ai rossoblù manca lo stoccatore che forse la società andrà a prendere sul mercato. Un pò perché in campo ci sono anche portiere e difesa viola: al 7’ è davvero bravo Boruc su una conclusione ravvicinata, di testa, di Cossu su cross di Pisano. Mentre al 22’, con Boruc fuori causa uscito a fermare Ibarbo, l’intervento risolutore di Natali a un passo dalla porta spazza via pallone e tracollo.


La Fiorentina è ordinata, ma anche lei, davanti si vede poco o nulla: Ljalic fa molto movimento, Lazzari gioca più a supporto del centrocampo che dell’attacco. L’assenza di Jovetic pesa davvero parecchio. Per gli ospiti giusto qualche palla insidiosa nell’area piccola di Agazzi. E un bel diagonale di sinistro da fuori area dell’ex Lazzari respinto con sicurezza dal portiere.


Nel secondo tempo è quasi come se la partita non fosse mai ricominciata, almeno a contare i tiri in porta. Le occasioni da rete sono, come il risultato finale: zero a zero. Colpa del Cagliari che rispetto al primo tempo fa qualche passo indietro. E non solo metaforicamente: il baricentro del gioco si abbassa, raramente la palla passa per i piedi di Cossu e si cercano i lanci lunghi. Gioco più facile per la Fiorentina che non corre mai pericoli: la partita si accende nel finale solo per una gazzarra in mezzo al campo per la solita vecchia storia di una palla non buttata fuori col giocatore a terra infortunato. E per il ritorno in campo di Conti dopo il lungo stop per infortunio. Niente di più. E zero a zero sacrosanto.