Porta (Pd): «Inopportune le ‘apparizioni’ di Battisti in Brasile»

BRASILIA – ‘’Non parteciperò ad alcuna manifestazione, perche’ la mia condizione (di rifugiato straniero) non mi consente di coinvolgermi nella politica nazionale’’. Lo ha detto Cesare Battisti, a Porto Alegre per presentare il suo libro al Forum sociale mondiale, che si è aperto ieri.


– Sono molto felice di vivere in questo paese, con i brasiliani – ha detto l’ex militante dei Proletari armati, durante una cerimonia al Palazzo Piratini, sede del governo dello stato di Rio Grande del sud, il cui titolare è Tarso Genro, l’ex ministro della giustizia del governo Lula che anni fa diede il via libera allo status di prigioniero politico a Battisti. Genro ha ricordato che ‘’Battisti è stato vittima di un massacro mediatico deliberato promosso da un governo corrotto’’.


– Il caso Battisti ha raggiunto una certa notorietà perchè c’è stato un massacro mediatico. Alcuni giornalisti falsificarono la realtà di comune accordo col governo mafioso e corrotto. Il governo italiano cercò di umiliare quello brasiliano – ha proseguito Genro.


L’ex ministro, oggi governatore dello stato di Rio Grande del sud e dirigente del Pt (il partito di Lula e della presidente Dilma Rousseff), ha parlato a margine della conferenza stampa per l’apertura del Social Forum mondiale di Fortaleza. Nello stesso Palazzo Piratini era presente Cesare Battisti, con una camicia rossa ed i capelli lunghi e schiariti dal sole. Rilasciando una breve intervista, l’ex militante dei Proletari armati ha detto di ‘’non conoscere’’ Tarso Genro, né di aver programmato un incontro con lui.


– Siamo sorpresi e costernati, sia per le continue e inopportune ‘apparizioni’ di Cesare Battisti in Brasile (adesso anche in eventi pubblici di carattere istituzionale); come anche per le ripetute dichiarazioni sul caso dell’allora ministro della Giustizia, Tarso Genro, oggi governatore dello Stato brasiliano del Rio Grande del Sud – così Fabio Porta, deputato Pd eletto nella ripartizione America Meridionale -. Fu il governo di centrosinistra guidato da Romano Prodi – aggiunge – a chiedere l’estradizione di Cesare Battisti; negli ultimi anni è stato il Parlamento italiano all’unanimità ed il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a chiedere a gran voce, anche se rispettosamente, l’estradizione di Battisti al Brasile; e oggi, infine, non abbiamo a che fare con nessun governo ‘fascista, corrotto o mafioso’, come dichiarato dal governatore Tarso Genro con un riferimento fuori luogo al precedente governo italiano. Anzi, è bene ricordare che fu proprio l’ex ministro della Giustizia del Brasile Tarso Genro, che aveva illecitamente assegnato al Battisti lo ‘status di rifugiato politico’, ad essere smentito rispettivamente dal Tribunale Supremo Federale (TSE), dalla AGE (Avvocatura Generale dello Stato) e, soprattutto, dall’ex Presidente Lula che il 31 dicembre 2010 cancellò lo status di rifugiato politico al terrorista italiano. Italia e Brasile stanno lavorando da tempo con serietà e determinazione ad una soluzione diplomatica del caso, a partire dalla istituzione di una commissione di conciliazione ‘ad hoc’; sarebbe bene – conclude – che il terrorista Battisti e i suoi ‘fan’ brasiliani tacessero per rispetto alle vittime e al corso della giustizia.